domenica, Aprile 28, 2024
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Omicidio giovane pugile, processo al via a Santa Maria Capua Vetere

Omicidio giovane pugile, processo al via a Santa Maria Capua Vetere. Ha preso il via davanti alla Corte d’Assise il processo per l’omicidio del 18enne pugile Gennaro Leone. Il giovane venne ucciso la notte tra il 28 e 29 agosto dello scorso anno in via Vico a Caserta. L’omocidio avvenne in seguito ad una lite per futili motivi. L’imputato, difeso da Angelo Raucci, è il ventenne di Caivano (Napoli) Gabriel Ippolito. Al processo, che si celebrerà con rito immediato, si costituiranno parte civile i familiari della giovane vittima (assistiti da Alfredo Plini). Hanno anche annunciato la costituzione i Comuni di Caserta e San Marco Evangelista, paesino dell’hinterland dove il 18enne risiedeva.

I COMUNI SI COSTITUISCONO PARTE CIVILE

Nel processo per l’omicidio dell’ex pugile che ha preso il via a Santa Maria Capua Vetere, numerose le parti civili. Nella delibera proposta dal sindaco di Caserta Carlo Marino e approvata dalla Giunta comunale, si legge: “che la vicenda ha creato turbamento nella intera comunità casertana compromettendo l’ordinario svolgimento della vita civica del Comune di Caserta e la tutela dell’ordine pubblico”. Nella delibera si legge anche: “che il Comune di Caserta intende tutelare gli interessi della intera comunità cittadina lesa dal reato commesso dall’imputato”.

LA NOTTE DELL’OMICIDIO DEL GIOVANE PUGILE E IL PROCESSO

Ippolito, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti accoltellò Leone ad una gamba per uno sguardo di troppo. L’episodio avvenne nel pieno della movida notturna, in una zona ricca di locali e bar dove già erano avvenuti in precedenza risse e aggressioni più volte denunciate dai commercianti. La coltellata sferrata da Ippolito recise l’arteria femorale di Leone, che restò a terra. Subito fu soccorso prima da alcuni passanti per poi essere portato in ambulanza in ospedale dove però, qualche ora dopo, morì dissanguato. Il suo aggressore fu individuato tramite telecamere di videosorveglianza e soprattutto testimonianze di ragazzi, in particolare amici della vittima, che erano sul posto al momento del fatto, quindi fu fermato e confessò il delitto ai carabinieri.

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