L’indagata, Stefania Russolillo, ha ammesso ma solo in parte le violenze nei confronti di Rosa Gigante, la madre del salumiere della Pignasecca Donato de caprio, diventato famoso grazie a tik tok, trovata morta in casa ieri pomeriggio a Napoli, nel quartiere Pianura. 47 anni, la donna è l’unica indiziata per il delitto dell’anziana 73enne nella sua casa di via vicinale Sant’aniello.
IL MARITO DELL’INDAGATA HA AVVERTITO LA POLIZIA
A denunciarla è stato il marito, che ha avvertito la polizia subito dopo la lite da cui sembra sia scaturita la tragica aggressione a Rosa Gigante. Il cui corpo è stato rinvenuto in posizione supina riverso sul pavimento, con una corda al collo e bruciature provocate dal lancio di liquido infiammabile, poi incendiato sul corpo. Cosa abbia provocato la morte però non è ancora chiara, si dovrà attendere il risultato dell’autopsia.
LA CONFERENZA DEL CAPO DELLA MOBILE DI NAPOLI
La presunta assassina, come emerso durante la conferenza stampa del capo della squadra mobile di Napoli, Alfonso Fabbrocini, ha sofferto di problemi psicologici. “Le bruciature – ha detto il dirigente della Squadra Mobile rispondendo alle domande dei giornalisti – sono state causate da un liquido infiammabile, nel corso di un tentativo di darle fuoco”. L’indagata, ha detto ancora Fabbrocini, “risulta essere in cura presso un centro di igiene mentale”. In merito al presunto movente la Squadra Mobile conferma che c’era stato un rimprovero che sarebbe stato mosso da Rosa Gigante a Stefania Russolillo che l’accusava di prendere la sua posta. “Abbiamo ragionevoli sospetti – ha concluso Fabbrocini – che a uccidere sia stata l’indagata”.