Visco: Pil I trim tornato a crescere, possibile superi +1% in 2023
Nel primo trimestre di quest’anno il Pil dell’Italia “è tornato a crescere, sospinto dal recupero dei consumi e dall’ulteriore espansione degli investimenti. Come nel resto dell’area dell’euro, all’indebolimento dell’attività manifatturiera si sono contrapposti i buoni risultati dei servizi privati. In questo settore al vigore della domanda, in particolare nel comparto turistico e ricreativo, si associano non trascurabili rialzi dei prezzi finali”.
Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi si è richiamato alle previsioni pubblicate dall’istituzione a metà giugno.
“Date le condizioni di finanziamento più restrittive e il rallentamento del commercio globale ci attendiamo che il Pil aumenti in misura moderata nei prossimi trimestri. Nell’anno – ha detto – la crescita del prodotto potrebbe superare l’1 per cento, si manterrebbe in media intorno a questo valore nel prossimo biennio”.
Si tratta di previsioni “ancora caratterizzate da elevata incertezza e da rischi orientati prevalentemente al ribasso”.
Oltre a quelli sulla guerra, “si aggiungono i timori connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire della restrizione monetaria in atto nelle maggiori economie in misura maggiore delle attese, nonché quelli derivanti dal rischio di un eccessivo irrigidimento delle condizioni di offerta del credito”.
Secondo Visco in Italia “la robusta ripresa del prodotto indotta dalla piena riapertura delle attività economiche dopo la fine della fase di emergenza sanitaria si sta attenuando.
Nel contesto di un indebolimento della congiuntura internazionale, di una restrizione monetaria volta a contrastare l’inflazione e della necessaria riduzione dei sostegni assicurati dalla politica di bilancio, il conseguimento di un adeguato, stabile, ritmo di sviluppo richiederà un elevato livello di investimenti, pubblici e privati, e l’efficace attuazione di riforme strutturali”.
“La capacità di reazione di imprese e famiglie di fronte a shock inattesi e particolarmente violenti, quali quelli degli ultimi tre anni, deve costituire la base per un’azione pubblica volta a rendere la nostra economia meno rigida e lenta”, ha avvertito.