venerdì, Maggio 3, 2024
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Poggioreale, dall’inizio del 2024 già tre suicidi e un omicidio

A quanto si apprende il 36enne aveva quasi finito di scontare la sua pena, un mesetto circa e sarebbe uscito

Poggioreale, dall’inizio del 2024 già tre suicidi e un omicidio

Cresce drammaticamente il numero di suicidi nel carcere di Poggioreale: dall’inizio dell’anno, sono già tre i detenuti che si sono tolti la vita nelle celle della casa circondariale napoletana . A quanto si apprende il 36enne aveva quasi finito di scontare la sua pena, un mesetto circa e sarebbe uscito. Alla base dell’estremo gesto allora, ci potrebbe essere, anche in questo caso, una condizione di fragilità psicologica.

Situazione nella struttura che sembra diventare sempre più allarmante. Quattro infatti i decessi totali se si considera pure il probabile omicidio di un 32enne di Secondigliano, avvenuto il 5 gennaio, sul quale la Procura ha aperto un’indagine.

Sulla vicenda si è espresso Don Tonino Palmese, Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà personale del Comune di Napoli: “In pochi giorni, all’interno della Casa Circondariale di Poggioreale, sono già morte quattro persone, di cui tre sicuramente suicide. Credo che al di là delle analisi, che trovano in accordo tutte le realtà che agiscono nel mondo carcerario, dobbiamo adesso chiedere, prima di tutto alla politica, e alla comunità tutta, intesa come società civile, di farsi carico di ciò che sta accadendo, senza limitarsi a chiedere perché è accaduto, ma cosa si può fare perché non accada mai più”.

A fargli eco Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale: “Il fenomeno non è facile affrontarlo, la complessità del suicidio rende necessario un lavoro di gruppo, perché è necessario agire sull’organizzazione delle carceri, sulle figure professionali che mancano, come quelle di ascolto che fanno da ponte tra l’interno e la famiglia, l’interno e la magistratura, l’interno e l’esterno della società civile. Bisogna intervenire sui programmi di trattamento nelle carceri”.

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