Nervi tesi tra i vertici del distretto giudiziario di Napoli e gli avvocati penalisti. Il motivo è lo sciopero di 4 giorni, da oggi fino al 17 ottobre, proclamato dalla camera penale in protesta con la scelta del presidente del tribunale di definire un calendario, definito dagli stessi penalisti maratona, per le udienze del processo al clan Moccia. Un processo, che vede 48 persone sul banco degli imputati tra cui i vertici del clan Moccia, che già ha avuto clamore mediatico dopo 15 scarcerazioni eccellenti avvenute per decorrenza dei termini della custodia cautelare e soprattutto dopo che il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha presenziato in toga all’udienza pochi giorni difendendo la scelta di intensificare i processi. Le quattro udienze a settimana, calendarizzate dal Tribunale, hanno spinto invece gli avvocati penalisti ad astenersi dalle udienze. Una decisione quella delle toghe che ha attirato le critiche, attraverso le pagine del quotidiano il Mattino, da parte della presidente della corte d’appello e del procuratore generale di Napoli. Sulla spaccatura tra penalisti e vertici del distretto giudiziario abbiamo ascoltato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli, Carmine Foreste, che non ha aderito allo sciopero condividendo però nel merito i termini della protesta