giovedì, Dicembre 19, 2024
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Qatargate, rilasciato l’europarlamentare Cozzolino

Il politico napoletano dovrà rispettare alcune prescrizioni, tra cui l'obbligo di restare a disposizione delle autorità belga

L’eurodeputato Andrea Cozzolino, indagato nell’inchiesta sul cosiddetto Qatargate, è stato rilasciato. Accompagnato dai suoi legali, il politico ha lasciato la sede della procura federale a Bruxelles dopo un interrogatorio di cinque ore con il nuovo giudice istruttore Aurélie Dejaiffe.

“Ha risposto a tutte le domande, negando ogni addebito”, ha spiegato il suo difensore, Federico Conte, precisando che l’eurodeputato, al pari di altri indagati rilasciati nelle settimane scorse, dovrà rispettare alcune prescrizioni, tra cui l’obbligo di restare a disposizione delle autorità e di comunicare l’eventuale intenzione di lasciare il Belgio.

Ma ripercorriamo la vicenda che vede protagonista il politico napoletano. Dopo la revoca del mandato di arresto internazionale da parte della procura belga titolare dell’indagine, al termine del colloquio con i magistrati, l’eurodeputato si trova attualmente in stato di fermo a Bruxelles. Lo riferisce il portavoce della procura federale belga al termine di un interrogatorio fiume durato quasi quattro ore tra l’eurodeputato e il giudice istruttore Michel Claise, alla guida delle indagini. “Il giudice dovrà ora verificare la testimonianza offerta da Cozzolino e domani deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico”, spiega il portavoce.

IL GIUDICE ISTRUTTORE DOPO L’INTERROGATORIO LASCIA L’INCHIESTA

Ma le novità non finiscono qui: Il giudice istruttore Michel Claise ha deciso di lasciare la guida dell’inchiesta. “In via cautelare e per consentire alla giustizia di continuare serenamente il suo lavoro e di mantenere una necessaria separazione tra vita privata e familiare e responsabilità professionali, il giudice istruttore Michel Claise informa di aver deciso questa sera di ritirarsi dal fascicolo”, scrive la procura in una nota, evidenziando che nel dossier “di recente sono comparsi alcuni elementi” che “potrebbero sollevare alcune domande sul funzionamento oggettivo dell’indagine”.

La decisione del giudice istruttore Michel Claise di rinunciare all’inchiesta su presunti episodi di corruzione internazionale – denominata Qatargate – sarebbe legata al fatto che, secondo quanto si è appreso, uno dei suoi figli avrebbe lavorato per una delle persone indagate. Proprio per questo motivo, quindi, riferiscono fonti qualificate, il giudice istruttore ha deciso di lasciare la guida dell’indagine a un collega.

A NAPOLI IL PRIMO PROVVEDIMENTO DELLA PROCURA FEDERALE BELGA

Dopo aver rinunciato all’immunità parlamentare Cozzolino fu raggiunto dal provvedimento restrittivo della libertà personale a Napoli dove il politico, ex assessore regionale e attualmente membro del Parlamento europeo, si era sottoposto ad una serie di accertamenti clinici in una struttura privata del Vomero.

La decisione sulla richiesta di estradizione, avviata sulla base delle accuse contestate di corruzione pubblica e di riciclaggio, è stata rinviata per ben cinque volte dalla Corte di Appello di Napoli.

IL VIA LIBERA ALL’ESTRADIZIONE E IL RICORSO IN CASSAZIONE

Solo un mese fa quindi, il 16 maggio scorso, la decisione con ordinanza a favore della procura belga, contro la quale i legali di Cozzolino avevano subito proposto ricorso in Cassazione.

Una vicenda ancora tutta da chiarire e ricca di colpi di scena, con arresti eccellenti e accuse pesanti di corruzione internazionale dalle quali l’esponente del parlamento europeo potrà difendersi da uomo libero.

Secondo gli inquirenti l’europarlamentare napoletano, in qualità di componente dell’assemblea di Bruxelles e di presidente dal 2019 della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e di componente della commissione speciale Pegasus, avrebbe indebitamente ricevuto denaro dal governo del Marocco per favorire gli interessi dello Stato nordafricano all’interno del Parlamento europeo.

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