domenica, Aprile 28, 2024
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Qatargate, Procura belga revoca mandato arresto per Cozzolino

Cozzolino - riferiscono i legali Dezio Ferraro, Federico Conte e Raffaele Bifulco - si recherà ora a Bruxelles da uomo libero

Potrà difendersi da uomo libero l’europarlamentare napoletano Andrea Cozzolino, coinvolto nel cosiddetto Qatargate e raggiunto –  dai primi giorni di febbraio e fino alla decisione di ieri della procura federale belga di revoca –  da un mandato di arresto internazionale.

Dopo aver rinunciato all’immunità parlamentare Cozzolino fu raggiunto dal provvedimento restrittivo della libertà personale a Napoli dove il politico, ex assessore regionale e attualmente membro del Parlamento europeo, si era sottoposto ad una serie di accertamenti clinici in una struttura privata del Vomero.

NEI PROSSIMI GIORNI SARA’ INTERROGATO DALLA PROCURA BELGA

Lunedì prossimo, grazie ad un accordo con la procura federale belga, il politico napoletano potrà essere interrogato e restare a disposizione dell’autorità giudiziaria senza rischiare l’applicazione di una misura restrittiva. Inoltre, per consentire all’indagato di conferire con i suoi accusatori la Corte di Appello di Napoli gli ha revocato gli arresti domiciliari a cui venne sottoposto lo scorso 11 febbraio.

La decisione sulla richiesta di estradizione, avviata sulla base delle accuse contestate di corruzione pubblica e di riciclaggio, è stata rinviata per ben cinque volte dalla Corte di Appello di Napoli.

IL VIA LIBERA ALL’ESTRADIZIONE E IL RICORSO IN CASSAZIONE

Solo un mese fa quindi, il 16 maggio scorso, la decisione con ordinanza a favore della procura belga, contro la quale i legali di Cozzolino avevano subito proposto ricorso in Cassazione.

Una vicenda ancora tutta da chiarire e ricca di colpi di scena, con arresti eccellenti e accuse pesanti di corruzione internazionale dalle quali l’esponente del parlamento europeo potrà difendersi da uomo libero.

Secondo gli inquirenti l’europarlamentare napoletano, in qualità di componente dell’assemblea di Bruxelles e di presidente dal 2019 della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e di componente della commissione speciale Pegasus, avrebbe indebitamente ricevuto denaro dal governo del Marocco per favorire gli interessi dello Stato nordafricano all’interno del Parlamento europeo.

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