venerdì, Dicembre 6, 2024
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Riscossione Tari a Napoli, parte la caccia agli evasori

L'Università Federico II, tra i maggiori evasori, ha dato il buon esempio pagando la prima tranche di debito versando 7,5 mln

I napoletani e la Tari. Un rapporto quello tra i contribuenti e la tassa sui rifiuti solidi urbani che non è mai decollato. Così come quello con gli altri tributi o le sanzioni.

In Italia infatti è il capoluogo campano quello con la riscossione dei tributi più bassa. Quando è arrivato a Palazzo San Giacomo il neo assessore al Bilancio, Pierpaolo Baretta, ha trovato una situazione grave sul fronte della riscossione, con l’amministrazione che riusciva a riscuotere solo il 27% delle tasse.500milioni di euro di multe e 550milioni di tassa sulla spazzatura mai pagati dai cittadini.

APPROVATA LA REVISIONE DEL REGOLAMENTO TARI

Ed è per invertire la tendenza che l’amministrazione Manfredi pochi giorni fa è riuscita a far approvare all’unanimità dal consiglio comunale una delibera, la 169, per la revisione del regolamento Tari.

Sono cosi entrate in vigore norme che impongono al Comune maggiori oneri di controllo sul conferimento dei rifiuti e la necessità di rendere più coerenti le regole comunali per la gestione e la riscossione della Tari, affidata a una società privata.

LA FEDERICO II PAGA LA PRIMA TRANCHE DA 7,5 MILIONI

E i primi effetti già si vedono, visto che è notizia di oggi che uno dei più grandi evasori della Tari, l’Università Federico II, ha dato il buon esempio, si fa per dire, pagando una prima tranche di 7,5milioni di euro dei 30 complessivi. Intervistato a margine di un convegno dell’Università Parthenope, l’assessore al Bilancio ha tracciato la strada che dovrebbe seguire il Governo per aiutare i comuni sul fronte della riscossione.

Per quanto riguarda invece l’abbassamento della Tari, altro problema annoso in una città che ha attraversato una quasi ventennale emergenza rifiuti, Baretta ha cavalcato un argomento noto: la mancanza degli impianti per lo smaltimento.

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