Nubi nere tornano ad addensarsi sugli operai dello stabilimento Gianbattista Vico di Pomigliano d’arco. L’ultima volta, tredici anni fa, erano lavoratori Fiat. Oggi sono Stellantis. Ma il posto lo rischiano di nuovo.
LE “MINACCE” DELL’AD CARLOS TAVARES
A destabilizzare gli operai della fabbrica, che produce 215mila vetture, tra cui 135 mila Panda e 75mila tra Tonale e Dodge, le dichiarazioni dell’Ad, Tavares che ha parlato di chiusura in caso di mancato varo degli incentivi da parte del Governo. Dopo le dichiarazioni intanto, si è fermata la produzione della Tonale. Che rappresenta il vero core business per l’azienda, ma non per i lavoratori. Visto che è la produzione della Panda quella che impiega il maggior numero di operai. Senza questa, Pomigliano avrebbe quattro anni di vita. A sostenerlo l’operaio Gerardo Giannone, che c’era nel 2011 quando l’allora Ad Sergio Marchionne chiese agli operai di rinunciare a diritti contrattuali per salvare il posto di lavoro e oggi rivede lo spettro di una nuova difficile vertenza
METALMECCANICI SUL PIEDE DI GUERRA
Questa mattina era prevista anche la visita all’impianto di Pomigliano del responsabile per l’Europa e degli stabilimenti italiani, che ha trovato all’esterno dei cancelli un picchetto delle sigle sindacali dei metalmeccanici (Biagio Trapani Fim Cisl, Sebastiano d’onofrio Fiom Cgil), che chiedono chiarezza al Governo e un piano produttivo all’amminsitratore del colosso italo francese, soprattutto dopo che il presidente di Stellantis, John Elkann ha escluso fusioni con altre aziende