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Truffe assicurative, l’appello degli avvocati napoletani

Domenica 25 settembre 2022 si voterà per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Temi chiave su cui si confrontano gli schieramenti sermbrano essere la flat tax, la revisione del PNRR, il redditto di cittadinanza,la transizione ecologica, le misure per il lavoro, la digiltalizzazione, la sanità, lo ius scholae, la famiglia.

A ben vedere, però, l’analisi dei programmi elettorali, lascia chiaramente emergere vuoti e completa disattenzione su argomenti e problemi cruciali per la società e per la ripresa economica.

In tal senso, preme sottolineare la scarsa sensibilità mostrata da tutti i partiti sul tema, dilangante ed estremamente incidente sugli elettori, che afferisce al fenomeno delle truffe, in specie assicurative, che proliferano nel settore della rca e non.

Il fenomeno, in realtà, merità estrema attenzione perchè rappresenta un grave danno patrimoniale ed all’immagine della intera collettività.

E’ purtroppo ben noto che, negli ultimi anni, la crisi economica che grava sul nostro Paese abbia fatto diventare il malcostume delle frodi un vero e proprio ammortizzatore sociale, attraverso il quale tante persone, spesso supportate dall’operato di professionisti del calibro di avvocati, medici, periti e altre professionalità cercano di “guadagnare” un po’ di denaro simulando incidenti stradali, incendi, rapine e eventi di questo genere. Si è potuto notare, in particolare, che vi è un numero sempre maggiore di cittadini che anche in modo occasionale commettono reati contro il patrimonio a volte anche per indennizzi di piccolo ammontare.

Segno della recessione e della disoccupazione di questo periodo di estrema difficoltà, si ritiene che la truffa sia una sorta di rivalsa per il mancato impiego, sia un guadagno “dovuto”, un onere che lo Stato deve pagare per non aver provveduto al benessere di tutti.

Si mostra, dunque, una ingiustificata indulgenza nei confronti della frode perchè si è portati a credere che essa sia un reato senza vittime o, nella peggiore delle ipotesi, che le vittime siano “i ricchi”.

Non è così!

Le implicazioni sociali delle frodi non devono essere sottovalitate: in realtà esse rappresentano un business da milioni di euro ed in particolare quelle assicurative controbuiscono a fare dell’Italia il paese in Europa con i costi assicurativi più alti, i quali vengono ripartiti su tutti i cittadini, danneggiando chi vive ogni giorno di sacrifici e lavoro.

E’, dunque evidente che il fenomeno ha conseguenze devastanti, così come determinato dalle stesse compagnie d’assicurazione nel settore di loro interesse: polizze più care (con ovvie ricadute sul sistema economico generale, ad es. sui costi di produzione, sulle tariffe dei servizi gestiti dalle aziende e sui prezzi al consumo); tempi di risarcimento più lunghi (con impiego di mezzi altrimenti distraibili per altre attività e con un notevole ricorso al contenzioso); alterazione della certezza del rapporto assicurativo (resistenza ad assicurare); diffidenza nei confronti delle Imprese (problemi di immagine, di fidelizzazione, ecc..); aumento esponenziale del fenomeno (della contraffazione della documentazione assicurativa, mancata copertura e aumento del fenomeno collegato alla pirateria stradale);differenzazione degli utilizzatori (il fenomeno non è più circoscritto a determinate categorie, ma si presenta allargato a tutti gli strati sociali).

Il fernomeno delle truffe deve perciò essere considerato come un grave problema culturale e sociale, dunque, una manifestazione del malcostume e della mancanza di senso civico sul quale bisogna intervenire: le istituzioni stanno prendendo sempre più coscienza del problema e si stanno attivando affinché si possano contenere i danni, ma sullo sfondo dei vari cantieri continua a costantemente regnare quella cartina geografica, conosciuta attraverso la produzione di analisi, cifre e proiezioni, che suddivide le regioni italiane in zone più o meno fraudolente, riconoscendo il primato alla regione Campania.

In questa regione, in particolare, il fenomeno ha suscitato diverse inchieste della competenti Procure, all’esito delle quali sono stati contestati reati associativi finalizzati alle truffe partecipati da finti danneggiati, finti danneggianti, falsi testimoni, ma anche da cosiddetti “colletti bianchi”, periti e purtroppo anche legali e operatori impiegati al servizio della giustizia.

Ci troviamo, pertanto, di fronte ad una piaga sociale, illustrata dai numeri, che non può essere sanata da una parte del mondo politico con annunci approssimativi e promesse agli italiani di non specificati interventi legislativi per contenere i costi indecenti delle polizze in alcune aree del nostro Paese.

La soluzione al problema non può che partire dalla capacità di valutare le cause, il peso sociale ed economico di ingiustificati livelli di azioni fraudolente in determinate aree ed particolari settori. Aumentare il livello di comprensione del fenomeno, evitando proclami dannosi per tutti, è il punto di svolta nella questione del caro tariffe: per risolverla servono, oltre alle azioni delle compagnie, adeguate norme che favoriscano il monitoraggio del fenoeno e la certezza della repressione, la certezza della pena, tutelando così anche i cittadini virtuosi e l’intera collettività.

Occorre, inoltre, un’operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell’attività illecita.

Ed in tal senso si rende auspicabile, o meglio, opportuno provocare il necessario coinvolgimento degli enti territoriali nella lotta alle frodi assicurative. L’interesse della p.a a contrastare il fenomeno dovrebbe essere più che evidente: da un lato allorché gli enti vengano considerati nella loro figura di istituzione rappresentativa della comunità residente, dall’altro se si considera che le inchiesta della Guardia di Finanza e di Pubblici Ministeri hanno portato alle contestazione di reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa delle assicurazioni e connessi reati contro la fede pubblica e la pubblica amministrazione. Dal che ne è derivato anche un danno all’immagine della intera collettività.

Sotto altro profilo, occorre anche considerare che le gravi violazioni e/o i fenomeni di corruzione che si verificano in alcuni uffici giudiziari, sono tali da determinare un danno diretto all’erario (del che sarebbero chiamati a rispondere i magistrati ed i funzionari amministrativi che siano incorsi, con le loro disposizioni in errori ed irregolarità, secondo la disciplina generale in tema di responsabilità amministrativa), ma anche un danno indiretto rappresentato dal pregiudizio patrimoniale arrecato ad un privato che l’amministrazione potrebbe essere chiamata a risarcire, così sopportandone il relativo onere.

E’, perciò, con la consapevolezza e la ferma convinzione che in un momento socio-economico difficile come quello contingente si debba necessariamente operare per il bene comune, portando avanti proposte e soluzioni concrete, che si invitano le forze politiche ad una più approfondita conoscenza delle problematiche, provocando dibatitti e confronti tesi ad elaborae mirate azioni a tutela dei cittadini.

Sotto l’aspetto giuridico e legislativo occorre certamente intervenire sulla competenza territoriale perchè, da che il luogo di perfezionamento del reato di frode assicurativa è stato individuato in quello in cui ha sede legale la compagnia assicurativa, sono derivate conseguenze che si sono dimostrate fallimentari nella lotta alla repressione del fenomeno.

La competenza, invece, deve necessariamente radicarsi nel luogo in cui si consuma il reato: accentrarla presso pochi tribunali, estranei alla scena del crimine ed al conteso in cui il fenomeno fraudolento dilaga, significa ingolfare il sistema il che si traduce in innumerevoli richieste di archiviazione. Ciò senza considerare gli ingenti costi che è chiamata a sostenere la vittima del reato.

Ancora, nella lotta alla repressione dei fenomeni fraudolenti, con particolare riguardo alle frodi assuntive, si è dimostrata estremamente controproducente la depenalizzazione dei cd reati minori contro la fede pubblica, con particolare riferimento al quello di falsità in scruttra privata, onde la necessità di promuovere interventi normativi.

Nell’ottica di dare effettiva tutela alla collettività e offrire un forte segnale di disapprovazione di comportamenti illeciti, sarebbe opportuno che le pubbliche amministrazioni valutassero anche l’opportunità di costituirsi parte civile nei procedimenti penali in quanto rappresentanti della comunità lesa ed in relazione al danno all’immagine conseguente alla contestazione dei reati di associazione, nonché in relazione al danno economico/ erariale conseguente alla instaurazione e celebrazione di processi viziati da comportamenti dell’organo giudicante e funzionari amministrativi esorbitanti.

Altresì, considerato che il malcostume della truffa dilaga ormai in diversi settori, diventando sempre più “intelligente” ed al passo con i tempi, e creando spesso ripercussioni di carattere psicologico nelle vittime, sarebbe auspicabile anche la istituzione di un’Autorità di garanzia per i cittadini, cui segnalare le ipotesi di truffe, con il compito di vigliare sul fenomeno, contrastarne la diffusione, fornire tutela ai cittadini che ne siano pregiudicati.

E’ nostro auspicio che le problematiche esposte possano essere oggetto di attenta valutazione e sollecitare l’elaborazione di opportune misure di intervento in materia.

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