mercoledì, Aprile 24, 2024
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Omicidio Vassallo, l’Antimafia: ecco perché è morto

Desecretata la relazione della Commissione Antimafia. Nell'estate 2010 il porto era diventata sede incontrollata di spaccio di stupefacenti.

Omicidio Vassallo, l’Antimafia: ecco perché è morto

Il XII Comitato della ex Commissione parlamentare antimafia ha reso pubblica una relazione sulla morte del sindaco del comune di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso nel 2010.

Il quadro acquisito dalla Commissione ha permesso di ricostruire i fatti e le dinamiche che portarono alla morte del sindaco, facendo ritenere che le ragioni della sua morte fossero legate alla sua attività di contrasto alla diffusione dello spaccio e del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Acciaroli.

DESECRETATI GLI ATTI DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA

Secondo la relazione, il porto di Acciaroli era diventato una sede incontrollabile di vendita di sostanze stupefacenti, soprattutto nell’ultima estate del 2010. Il sindaco Vassallo era consapevole della gravità della situazione e aveva tentato in ogni modo di intervenire per evitare lo spaccio e la consumo di sostanze stupefacenti. Tuttavia, il sindaco era rimasto solo in questa battaglia e aveva lamentato la grave situazione che attanagliava il porto di Acciaroli, anche con i Carabinieri.

IL PORTO DI ACCIAROLI ERA SEDE DI VENDITA DI SOSTANZE STUPEFACENTI

Secondo quanto riferito dall’amico Vincenzo Maiello, il sindaco aveva mostrato il suo rammarico per il fatto di dovere intervenire per far fronte ad ogni situazione che riguardava il paese. La relazione della Commissione antimafia mette in evidenza la difficile situazione in cui si trovava il sindaco Vassallo e l’enorme impegno che aveva profuso per contrastare il fenomeno dello spaccio di droga.

IL FIDANZATO DELLA FIGLIA ERA COINVOLTO IN ATTIVITA’ ILLECITE

“Il sindaco Vassallo si era lamentato più volte con la locale Stazione dei Carabinieri chiedendo interventi risolutivi per il diffondersi del commercio e del consumo degli stupefacenti nella zona. E forse la sua attenzione al problema era accentuata dalla circostanza che il fidanzato dell’epoca della figlia Giusy, Francesco Avallone, era coinvolto in queste attività illecite. La circostanza all’epoca non era nota, sebbene i familiari e conoscenti di Angelo Vassallo, intervistati, avessero riferito come tra Avallone ed il sindaco non corressero buoni rapporti anche se il primo, proprio per volere di Angelo Vassallo che tentava in vario modo di integrarlo nella famiglia, lavorava nell’enoteca familiare”.

Lo scrive la Commissione antimafia nella relazione in cui si è occupata dell’uccisione del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuta il 5 settembre 2010.

Secondo una ricostruzione giornalistica riportata dalla relazione dell’Antimafia, tra gli amici o comunque conoscenti di Avallone ci sarebbe stato il “brasiliano”, “soggetto che, coinvolto in indagini per vicende di droga, era stato indicato in una nota di servizio redatta dal Tenente Colonnello Fabio Cagnazzo, immediatamente dopo l’omicidio del sindaco Vassallo, tra i possibili mandanti del delitto”.

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