giovedì, Marzo 28, 2024
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Uccelli “protetti” uccisi e il video della strage pubblicato sul web: presi

Si sarebbero resi responsabili della morte di almeno 70 uccelli di specie protetta, promuovendo questa attività crudele e illegale anche su internet, attraverso la pubblicazione su Facebook e WhatsApp di un video poi diventato virale tra i cacciatori, alcuni dei quali hanno però denunciato. E’ l’accusa a carico di due bracconieri di 39 e 49 anni, residenti nei comuni di Teverola e Villa Literno (Caserta), a cui i carabinieri del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Caserta ( N.I.P.A.A.F.) hanno notificato le misure cautelari del divieto di dimora nella provincia di Caserta emesso dal Gip del Tribunale di Napoli Nord.

Dall’indagine, coordinata dalla Procura di Napoli Nord guidata da Carmine Renzulli, è emerso che i due bracconieri avrebbero ucciso oltre 70 uccelli di cui otto esemplari di Volpoche, nome scientifico “Tadorna Tadorna”; si tratta di una specie protetta dalla Legge 157/1992, in quanto considerata in pericolo di estinzione. Gli indagati – è emerso – hanno immortalato la strage mediante un video, pubblicato su Facebook e numerosi gruppi WhatsApp di cacciatori in cui si vantavano di ciò che avevano fatto, e promuovevano la loro attività. Nel video si fa riferimento a battute di caccia che gli indagati propongono di fare insieme ad altri cacciatori, ai saluti agli “amici” e alla facilità con cui era stato possibile uccidere tanti uccelli in una sola notte; “non è andato niente storto… è andato tutto perfetto”, questa la frase choc dei due bracconieri.

Nel filmato, girato nel cortile di casa di uno dei due bracconieri, oltre ad una cinquantina di esemplari appartenenti a specie cacciabili, venivano posti in primo piano gli otto esemplari di Volpoche abbattuti. Il video ha però suscitato lo sdegno degli stessi cacciatori, nonché delle associazioni ambientaliste attive sul territorio, in particolare della LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli, ed è stato così segnalato ai carabinieri forestali. In breve i carabinieri forestali del Nipaaf, con il supporto dei militari della stazione Forestale di Marcianise e del Raggruppamento Biodiversità di Caserta, sono riusciti ad identificare i due bracconieri; già nel gennaio scorso gli investigatori, su ordine della Procura, hanno rinvenuto s casa dei due indagati i fucili usati per uccidere gli uccelli, le munizioni, un richiamo acustico, cellulari e un computer. Gli uccelli sono stati uccisi a Villa Literno, in località Sossio, dove c’era un “bunker” in cui i bracconieri si nascondevano e uccidevano gli uccelli attirato con richiami acustici.

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