Fuori dal carcere Simone Isaia. E’ un appello alla magistratura quello lanciato a Napoli da varie espressioni della società civile, dal mondo dell’editoria a quello ecclesiastico, durante una manifestazione in piazza Municipio questa mattina. In cella a Poggioreale il 32enne senza fissa dimora ci è finito un mese fa, perché ritenuto l’autore dell’incendio che ha distrutto la Venere degli stracci. Ci resterà almeno fino a settembre, dopo che il tribunale del Riesame ha risposto picche alla richiesta del Garante dei detenuti della Campania di riconoscere al giovane una misura alternativa alla cella, per i suoi problemi di natura psichiatrica.
LA PETIZIONE HA GIA’ RACCOLTO PIU’ DI CINQUEMILA FIRME
Chiedono quindi cure adeguate per il clochard in una struttura non carceraria le realtà che hanno organizzato una raccolta firme e un sit proprio davanti alle ceneri dell’opera di Michelangelo Pistoletto. Promotore dell’iniziativa la casa editrice Iod di Pasquale Testa. Più di cinquemila le firme raccolte
LE PAROLE DEL CAPPELLANO DI POGGIOREALE CHE HA INCONTRATO SIMONE IN CARCERE
Assenti i due Garanti dei detenuti di Napoli e della Campania, che avevano sposato la manifestazione, a cui hanno aderito anche il comune e la Chiesa, rappresentata dal responsabile della Pastorale carceraria, don Franco Esposito, cappellano del carcere di Poggioreale che nei giorni scorsi ha avuto modo di parlare con Simone Isaia