Il vescovo Battaglia incontra i giovani di Forcella: “Vogliamo vedere Gesù”

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“Vogliamo vedere Gesù”. E’ l’espressione sottolineata dall’Arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, durante la messa celebrata nella chiesa di San Giorgio Maggiore insieme con il parroco, don Angelo Berselli. Il presule, come è solito fare, si è rivolto prima ai ragazzi, molti dei quali in attesa di ricevere la prima comunione. Tempo di Quaresima, che avvicina alla Pasqua, ma anche tempo di pandemia. Riflessioni che incrociano la parola di Dio con la vita di tutti i giorni, anche utilizzando metafore capaci di raggiungere con immediatezza il cuore degli astanti. La parabola del chicco di grano che deve morire per rinascere e germogliare, un percorso ciclico della nostra esistenza, che evidenzia il passaggio obbligato che, in maniera insperata, passa dalla morte alla vita. Gesù sulla croce che soffre e muore per gli uomini, l’amore di Cristo che è in ognuno. E utilizza l’esempio del cellulare, di quando non c’è copertura e quindi si dice che “non c’è campo”. Circostanza che scatena panico e insicurezza, che si trasla sul’ concetto che, al contrario, per chi crede “il campo” di Gesù è sempre presente.

Monsignor Battaglia, spesso, racconta proprie esperienze personali per far comprendere l’importanza dell’incontro e dell’accoglienza nei confronti degli ultimi, dei poveri e dei malati. Anche in questo caso ha rivelato la storia di un giovane conosciuto a Catania, malato di Aids e scappato di casa all’età di 12 anni perché orfano di padre e in contrasto con la madre a causa di un nuovo compagno. Il percorso umano e religioso del ragazzo che alla fine si riconcilia con la mamma e, sul letto di morte, con Dio e con la propria esistenza.