I telefoni delle pizzerie hanno cominciato a squillare alle 4 del pomeriggio.
Alle 11 di sera, orario di chiusura previsto per il primo giorno di riapertura, dopo i due mesi di chiusura imposta dalle regole per limitare il contagio da coronavirus, sono state sessantamila le pizze sfornate e consegnate nelle case dei napoletani.
Numeri che attestano la voglia di pizza da parte dei cittadini, ma che soprattutto danno respiro a un importante indotto economico ed occupazionale della città.
Sessantamila pizze in sette ore di apertura, realizzate dal 30–40% di pizzerie presenti sul territorio.
Esultano le associazioni di categoria, secondo cui ognuna delle 300 pizzerie riaperte ha sfornato 200 pizze.
Secondo le associazioni di categoria, nei prossimi giorni il numero è destinato a salire: numerosi infatti gli esercenti che non sono riusciti ad alzare le saracinesche nel primo giorno a causa di problemi legati al ritardo degli interventi di sanificazione necessari per poter riattivare le consegne a domicilio.
Proprio sull’argomento sanificazione e dispositivi di protezioni obbligatorie, l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, ha chiesto all’unità di crisi maggior chiarezza nei regolamenti da adottare per la tutela dei lavoratori del comparto.