E’facile far tacere il regista, ma è impossibile sopprimere il cinema.
Così ha scritto Mohsen Makhlmabaf, regista iraniano di grande successo, autore tra gli altri di Viaggio a Kandahar, in uno scritto che ha accompagnato il suo film “The night of Zayandeh rood, alla Mostra del cinema di Venezia di quest’anno, nella sezione Venezia Classici, che ha trovato il suo film d’apertura grazie a un furto.
Il suo negativo infatti fu rubato dagli archivi del Comitato di censura di Teheran, che nel 1990 stabilì che il film andava contro lo spirito della rivoluzione iraniana e di conseguenza tagliò 37 minuti del negativo originale.
Della versione mutilata fu comunque vietata in seguito qualsiasi proiezione pubblica, così come fu negata la possibilità di realizzare copie del film, il film venne ‘cancellato’ seppellendolo in un archivio.
Nel 2016 alcune parti del negativo originale sono state illecitamente ‘recuperate’ negli archivi del comitato di censura iraniano. La copia, restaurata dallo stesso Makhmalbaf, dura 63 minuti invece degli originali 100. Le parti mancanti sono irrimediabilmente perdute.
Il film sembrava una cosa vivente senza arti ma che respirava ancora e la storia e il significato non erano perduti, ha spiegato il regista che per la prima volta a Napoli, ha presentato il film nell’ambito della rassegna Venezia a Napoli.