Dopo tre anni arriva definitiva la condanna per gli aggressori di Arturo Puoti. La Cassazione ha infatti confermato i 9 anni di pena per tre dei 4 componenti del branco che il 5 dicembre del 2017, in via Foria, a Napoli, ridussero in fin di vita il giovane, che all’epoca dei fatti aveva 15 anni. I giudici hanno respinto i ricorsi presentati dalle difese, confermando la condanna in appello a nove anni e quattro mesi per i tre imputati.
Dei tre, il più giovane, soprannominato il Nano, era stato affidato ad una comunità di recupero beneficiando anche di permessi per motivi di salute per il rientro a casa scatenando la rabbia sui social della madre di Arturo Puoti, Maria Luisa Iavarone. Ora che la condanna è diventata definitiva, il più giovane del branco, ritenuto responsabile di tentato omidicio, è tornato nel carcere di Nisida.
Per i giudici della cassazione, che hanno accolto le richieste della procura minorile, nessun ripensamento dovuto alla giovane età degli aggressori: il quarto componente del branco all’epoca dei fatti aveva meno di 14 anni e quindi era sotto l’età minima per un’imputazione penale. Gli imputati agirono con la stessa logica, violenza gratuita contro un ragazzo preso di mira solo perché considerato per bene.