Forse un avvertimento, un messaggio trasversale. Sullo sfondo il business del carburante e intrecci pericolosi. Si indaga in ogni direzione sul tentato omicidio di Giovanni Formisano, l’imprenditore 38enne ricoverato in fin di vita all’ospedale del Mare dopo essere rimasto vittima di un agguato. La sua prognosi è riservata, un proiettile ha perforato un polmone, l’altro indebolito dal Covid contratto il mese scorso. La polizia indaga sull’agguato avvenuto sabato mattina in via Ugo Foscolo, crocevia tra Napoli e San Giorgio a Cremano, in pieno giorno. Sette colpi di pistola 9×21 esplosi contro la vittima andati tutti a segno, ma solo uno ha leso un organi vitale. Un sicario con casco e mascherina a bordo di una moto di grossa cilindrata ha agito con freddezza e determinazione, noncurante del fatto che a pochi metri ci fosse il commissariato di polizia e una chiesa nella quale era in corso un funerale. I colpi hanno centrato la vittima al torace, segno che il sicario non sia un improvvisato.
Incensurato, Formisano potrebbe essere rimasto invischiato in una sordida storia legata al business milionario del carburante. Da anni aveva avviato una sua attività a Roma e aveva anche una pompa di benzina a Benevento. Ma a San Giorgio a Cremano, oramai da anni, ci sono imprenditori che operano nel settore petrolifero con grande fortuna. Ed è noto che la criminalità organizzata punti sempre a diversificare i propri traffici. L’arresto di qualche settimana fa dell’emiro sangiorgese, Giuseppe Paparo e il brutale omicidio di Raffaele Gallo, anch’egli da qualche anno entrato nel settore petrolifero, fanno accendere più di un faro in questo ambito da parte degli investigatori.