Alla Vanvitelli la prima edizione del premio dedicato a Claudio Flores

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Si è tenuta presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Luigi Vanvitelli la prima edizione del premio dedicato all’educatore penitenziario Claudio Flores, prematuramente scomparso lo scorso anno. L’iniziativa, fortemente voluta dai figli Edna, Leonardo e dalla moglie Maria Teresa Masucci, vuole portare avanti l’opera cominciata da Flores durante i suoi anni di attività a Poggioreale prima, e come direttore dell’Ufficio Detenuti e trattamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di cui assunse la guida con incredibile slancio professionale e passione. In quest’occasione è stata premiata una tesi, tra le tredici presentate, della Dott.ssa Ines Nappa, neolaureata in architettura con un lavoro sugli istituti penitenziari.

L’incontro è stato moderato da Giorgia Bevilacqua docente dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Alla manifestazione sono intervenuti Giuseppe Paolisso, Rettore dell’Unicampania; Mariano Menna, componente della Commissione di Valutazione; Lorenzo Chieffi, Direttore Dipartimento; Antonio Fullone, Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e Samuele Ciambriello, Garante dei diritti delle persone private della libertà Personale. Presenti anche Raffaele Ruberto, Prefetto di Caserta;

Ettore Ferrara, già Presidente del Tribunale di Napoli; Maria Antonietta Troncone, Procuratore di Santa Maria Capua Vetere.

Tra i temi affrontati la certezza della pena che sempre va coniugata con la qualità della detenzione, come ha sottolineato il Garante dei Detenuti Samuele Ciambriello: “Tutti gli articoli della Costituzione, in particolare l’art. 27 comma 3, prevedono la certezza della pena nella qualità. Noi dobbiamo mettere in campo un carcere in cui la dignità sia di casa: togliere il diritto alla libertà ma mai alla dignità. Il valore dell’accudimento è fondamentale affinché avvenga un vero reinserimento dopo. Quando questo avviene è certo l’abbassamento della recidiva con la costruzione di una società più giusta. Bisogna passare dalla reclusione all’inclusione per costruire momenti utili per il dopo ed il fuori dal carcere”.

Anche il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Antonio Fullone, ha posto l’accento sulla qualità della pena con particolare attenzione al sovraffollamento: “Mi sono insediato da pochissime settimane e il nostro obiettivo è programmare risorse da investire nella dignità delle strutture e nella qualità del trattamento dei detenuti che scontano una pena. Poche volte ci si riferisce alla qualità del trattamento e mi piace distinguere l’ambito sanitario composto da assistenza composta da psicologi, psichiatri e assistenti da quello strettamente penitenziario entro il quale assicurare estrema qualità. Anche con l’autorità sanitaria rafforzeremo la collaborazione ma ci interessa salvaguardare la dignità del carcerato nella sua interezza”.

Nel ricordo di Flores è stata premiata la tesi di una giovane architetto, soprattutto per imparare dai giovani la giusta visione del futuro, così ha commentato Lorenzo Chieffi, Direttore Dipartimento di Giurisprudenza della Vanvitelli: “La prima edizione di questo premio ci ha consentito di riflettere sulle problematiche che riguardano l’espiazione della pena. La sentenza della Corte di Strasburgo richiama l’Italia ad una umanizzazione delle carceri e del periodo entro cui i detenuti scontano la loro pena. Questo per rieducare il condannato e riabilitarlo alla società. Grazie alla commissione che ha esaminato queste tesi, su sollecitazione della famiglia del Dottor Flores, questo Dipartimento continua a ragionare su tematiche che sono di estrema attualità”.

Un impegno, quello di Flores, ancora indelebile nel ricordo di chi l’ha conosciuto e nella sua profonda attività professionale che continua rinnovando la passione negli operatori del settore.