Preparava un attentato con un camion, si informava sugli attacchi con il coltello e reclutava lupi solitari: Elmahdi Halili, il 23enne, marocchino e naturalizzato italiano era pronto a mettere in atto un’azione terroristica.
Dopo il suo arresto a Torino, in tutta Italia sono partite le perquisizioni ed è stato accertato che l’italo-marocchino aveva allungato i suoi contatti fino a Napoli.
Nell’operazione anti-terrorismo portata a termine dalla questura piemontese, è stata infatti perquisita dalla Digos di Napoli anche l’abitazione di un uomo italiano convertitosi all’Islam che risiede in un comune della zona Nord-est di Napoli.
Per l’uomo per il momento non è scattata nessuna misura restrittiva, ma nel corso della perquisizione i poliziotti della Digos hanno proceduto soltanto ad acquisire tutto il materiale che potrà essere utile all’inchiesta e che è stato poi inoltrato agli uffici dell’Antiterrorismo di Roma e Torino.
Cellulare, pc e alcuni fogli dattiloscritti serviranno agli inquirenti per ricostruire i rapporti tra l’uomo della provincia di Napoli e il giovane italo-marocchino.
Gli investigatori non hanno fornito ulteriori dettagli se non quelli di un possibile incontro che sarebbe avvenuto tra Elmahdi Halili ed il napoletano.
Halili era riuscito infatti a creare una rete capillare di contatti, ieri perquisizioni analoghe a quella avvenuta a Napoli sono scattate in diverse province italiane: da Milano a Reggio Emilia, da Bergamo a Modena.
Intanto per le feste pasquali le forze dell’ordine hanno blindato la città con decine di uomini a salvaguardare piazze e stazioni.