Antonio Ligabue, le opere del pittore naïf in mostra al Maschio Angioino

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Oltre ottanta opere di un artista visionario, naif, genio tormentato, il Matt, come lo chiamavano a Gualtieri, il paese di origine del padre adottivo. Ottanta opere che raccontano dal punto di vista storico e critico l’arte del matto Antonio Ligabue, il pittore che da autodidatta era riuscito a spingersi verso una dimensione della pittura spirituale, selvatica e profondamente umana.
52 oli, sette sculture in bronzo, una sezione dedicata alla produzione grafica con otto disegni e quattro incisioni e una sezione introduttiva sulla sua incredibile vicenda umana saranno esposte fino al 28 gennaio nella cappella palatina del castel nuovo del maschio angioino. Un excursus storico sull’attualità delle opere di Ligabue, che rappresenta ancora oggi una delle punte più interessanti dell’arte del 900.
L’esposizione, promossa dal comune di napoli con la collaborazione della fondazione museo antonio ligabue di Gualtieri, e inaugurata ieri, è curata da Sandro Parmiggiani e da Sergio Negri, che ascoltiamo.
Una mostra importante, con la presenza nel percorso espositivo di numerosi autoritratti che rappresentano l’ossessione dell’artista, quasi una forma di autoanalisi dove il suo volto esprime dolore e male di vivere, come spiega Alessandro Nicosia, presidente di Cor, che ha precisato.
Presente all’inaugurazione l’assessore alla cultura del comune di napoli Nino Daniele.