venerdì, Aprile 26, 2024
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Aterosclerosi, colpisce oltre 3mila persone in Campania. I danni del Covid: -50% di ricoveri e boom di eventi avversi

Le ospedalizzazioni sono crollate,
gli eventi avversi sono schizzati alle stelle. Queste le
principali conseguenze della pandemia in Campania
sull’arteriopatia obliterante periferica, una forma di
aterosclerosi localizzata alle arterie delle gambe che colpisce
oltre tremila persone nella Regione. Viene chiamata anche
“malattia delle vetrine” perché chi ne soffre tende a fermarsi
spesso a causa del dolore alle gambe con la scusa di guardare i
negozi. La patologia, sottolinea una nota, “è in forte crescita
(+23% in 10 anni). Secondo un recente studio pubblicato su
Vascular Medicine e condotto durante il primo lockdown su 453
pazienti con forma avanzata, i ricoveri sono diminuiti del 50%
mentre sono aumentate del 29% le conseguenze più gravi, cioè le
amputazioni dell’arto colpito. Tutto ciò proprio per una
malattia in cui la diagnosi precoce può invece essere
fondamentale”.
La Campania, si sottolinea, “è la prima regione italiana a
poter contare su un “Network per la PAD” (dall’acronimo inglese
per Peripheral Artery Disease), sedici strutture sanitarie
specializzate, distribuite nei principali capoluoghi della
regione. Ciascuna è in collegamento con l’altra, per curare al
meglio questa malattia diffusa e poco nota, subdola, pericolosa,
eppure decisamente sottostimata”. Il network è nato su
iniziativa del Dipartimento di Scienze Biomediche Avanzate
dell’Università Federico II di Napoli. Di arteriopatia
periferica obliterante (PAD) si parlerà nel corso del convegno
“The adherence to medical therapy after lower extremities artery
disease revascularization” al centro congressi dell’Università
Federico II di Napoli il 25 novembre.
Il “Network per la PAD” consta di 6 strutture a Napoli (oltre
all’AOU Federico II ci sono il Cardarelli, l’Ospedale Monaldi,
l’Ospedale del Mare, l’Ospedale dei Pellegrini, la Clinica
Mediterranea), una nella vicina Acerra (la Casa di Cura Villa
dei Fiori), 3 nella provincia di Salerno (San Giovanni di Dio e
Ruggi d’Aragona, San Luca a Vallo della Lucania e la Casa di
Cura Salus a Battipaglia), 2 a Caserta (Sant’Anna e San
Sebastiano, Clinica San Michele a Maddaloni), 2 ad Avellino
(Ospedale San Giuseppe Moscati e Clinica Montevergine), 1 a
Benevento (il San Pio) e 1 a Eboli (il Maria SS. Addolorata). Il
network, si assicura, “consentirà di ridurre le ospedalizzazioni
e a prevenire le amputazioni, creando al tempo stesso un modello
terapeutico all’avanguardia in Campania”, come conferma Giovanni
Esposito, presidente della Società Italiana di Cardiologia
Interventistica (GISE), professore ordinario di Cardiologia e
direttore della UOC di Cardiologia, Emodinamica e UTIC
dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli:
“Questo nostro Network sarà capace di mettere in collegamento i
vari specialisti con il fine unico di fornire un trattamento
integrato e standardizzato che migliori la qualità e aspettativa
di vita dei pazienti PAD aiutandoci a rendere non più necessari
tanti ‘viaggi della speranza’ fuori Regione. Lo farà seguendo le
più recenti linee guida prevedono per il trattamento
dell’arteriopatia periferica obliterante una presa in carico e
una gestione multidisciplinare”.

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