Bimba rom giunta morta in ospedale: si indaga su ipotesi di gioco tra coetanei finito in tragedia

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L’unica drammatica certezza sulla morte di una bimba serba di 3 anni e mezzo è che ieri alle 16,30 è stata traportata all’ospedale San Giovanni Bosco già priva di vita. La mamma, una ragazza Rom che vive nel campo di Scampia, urlando e piangendo la consegna ai sanitari che non possono afre altro che constatarne il decesso. Ma intorno alla fin di questa creatura occorre fare chiarezza. Ne sono convinti gli uomini del commissariato di Scampia che non si convincono della versione fornita al momento dell’ingresso al pronto soccorso. La piccola sarebbe rimasta vittima di un tragico gioco, nascondendosi nel portabagagli di un’auto, nella quale sarebbe poi stata ritrovata già esanime. Ma sul suo volto, e in particolare sulla fronte, i medici e i poliziotti hanno notato segni inequivocabili, anche una grossa ecchimosi sulla tempia sinistra. In effetti, messi alle strette, i congiunti hanno cambiato versione ed hanno raccontato di averla trovata così sul sedile anteriore di un’auto parcheggiata. Sul posto in serata è giunta anche il sostituto di turno Anna Frasca, che adesso coordina le indagini sotto la supervisione del procuratore della Repubblica facente funzioni Nunzio Fragliasso e dell’aggiunto Lugi Frunzio per stabilire realmente cosa sia accaduto nel campo Rom di Secondigliano.
Il magistrato ha disposto l’autopsia sul corpo della piccola, che sarà eseguita domani o giovedì.
“Non abbiamo ancora una ipotesi investigativa precisa – ha detto all’ANSA il dirigente del Commissariato di Scampia – e non possiamo formularla fino a quando non avremo i risultati dell’autopsia”. L’automobile nella quale la bambina è rimasta per ore è di proprietà del nonno e veniva utilizzata come punto di appoggio dai familiari di Martina. La polizia ha confermato che le portiere dell’auto non erano chiuse né dall’interno né dall’esterno.