Bonus edilizi, scoperta la più grande truffa sui crediti: 1,7 mld sequestrati

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iBonus edilizi, scoperta la più grande truffa sui crediti: 1,7 mld sequestrati

Maxi truffa Superbonus da 1,7 miliardi di euro scoperta dalla Procura di Avellino. Si tratta di crediti d’imposta fittizi accumulati attraverso lavori fantasma e addirittura in Comuni inesistenti.

PRATICHE INTESTATE A SENZA FISSA DIMORA E PERSONE DECEDUTE

La cifra sequestrata dalla Guardia di Finanza di Avellino e Napoli, al termine di un indagine riguardante proprio i bonus per l’edilizia. Sotto la lente le richieste di rimborsi per le pratiche riguardanti l’ecobonus e il bonus facciate. Sono ancora in corso perquisizioni nelle province di Napoli, Avellino, Salerno, Milano, Lodi, Torino, Pisa, Modena e Ferrara nei confronti di 21 indagati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.

IN DUEMILA CASI PREVISTI LAVORI IN COMUNI INESISTENTI

L’indagine è partita da un’analisi di rischio effettuata dal settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate messa a disposizione delle Procura di Avellino. I finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Napoli e del Gruppo di Avellino hanno accertato una serie di fattori di rischio nelle comunicazione previste dalla legge per la cessione dei crediti. Scoperte pratiche di rimborso intestate anche a persone senza fissa dimora, decedute o con precedenti penali.

INDAGINE DELLA PROCURA DI AVELLINO

In duemila casi è stato accertato che i lavori si sarebbero dovuti realizzare addirittura in comuni inesistenti. I lavori dichiarati per i quali sono stati inoltrare richieste di bonus avrebbero avuto un costo di circa 2,8 miliardi di euro.

Inoltre  sequestri eseguiti – uno preventivo emesso dal gip e un altro d’urgenza della Procura di Avellino – hanno di fatto impedito che i crediti, per 1,7 miliardi, possano essere utilizzati in compensazione o monetizzati presso gli intermediari finanziari.

La rete di soggetti identificati negli ultimi mesi, quotidianamente e anche dopo l’introduzione delle norme tese a contrastare le frodi, ha inviato all’Agenzia delle entrate un elevatissimo numero di comunicazioni di cessione connotate da fattori di rischio.