La Procura di Avellino ricorre in appello nei confronti della sentenza emessa l’11 gennaio scorso dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino, Luigi Buono, nei confronti dei 14 imputati nel processo per la strage di “Acqualonga”, il viadotto dell’A16 della Napoli-Canosa dal quale il 28 luglio del 2013 precipitò il bus nel quale persero la vita 40 persone.
Il Procuratore capo, Rosario Cantelmo, e il sostituto Cecilia Annecchini, che in primo grado avevano chiesto la condanna per tutti gli imputati con pene dai 10 ai 12 anni, hanno escluso dal loro ricorso un solo imputato, Vittorio Saulino, il funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli accusato di aver partecipato alla falsa revisione del bus e che nel primo grado di giudizio era stato assolto.
La sentenza del giudice Buono aveva assolto sei dirigenti e funzionari della società Autostrade, tra i quali l’ad Giovanni Castellucci, e condannato altri sei dipendenti ed ex dipendenti della stessa società a pene varianti dai 6 ai cinque anni: in primis Gennaro Lametta, titolare dell’azienda che gestiva l’autobus, al quale furono inflitti 12 anni ed Antonietta Ceriola, dipendente della Motorizzazione Civile di Napoli, condannata ad otto anni.
Sei gli anni di reclusione inflitti a Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia, dirigenti di Autostrade per l’Italia, mentre Paolo Berti e Gianni Marrone (rispettivamente direttore di tronco di Autostrade e dipendente della concessionaria) erano stati condannati a 5 anni e 6 mesi.
Cinque gli anni invece comminati a Michele Renzi e Bruno Gerardi, dipendenti di Aspi.