Castellammare, il branco confessa e chiede scusa: il carabiniere torna a casa

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Le bestie che hanno massacrato di botte un carabiniere a Castellammare di Stabia, confessano e ammettono le loro colpe. I tre maggiorenni del branco (il quarto è un diciassettenne per cui la sua condizione viene seguita dalla giustizia minorile) hanno anche spiegato attraverso i loro legali che scriveranno una lettera di scuse al Comune di Castellammare e ai carabinieri, risarciranno i danni, sia quelli subiti dal carabiniere sia quelli di immagine subiti dalla città.  Ma dalle loro dichiarazioni emergono alcune incongruenze. I tre sostengono di non aver capito che l’uomo che hanno massacrato fosse un carabiniere e che non lo hanno sentito qualificarsi. Al contrario, sul posto, ci sarebbero numerosi testimoni che sostengono il contrario. Alcuni avrebbero filmato le immagini con il cellulare e si ascolterebbe anche distintamente la voce del militare, Giovanni Ballarò.  La prova sarebbe già nelle mani del pm, Andreana Ambrosino. Convalidato l’arresto anche dell’uomo, Manuel Spagnuolo, che approfittando del carabiniere inerme a terra non ha esitato a rubargli il borsello. Si è giustificato sostenendo di non aver capito cosa fosse successo e di aver solo visto un borsello a terra. Restano dunque in cella Pio Lucarelli, Ferdinando Imparato, Giovanni Salvato e Antonio Longobardi. Mentre l’appuntato Ballarò, colpito con pugni, calci, un casco e addirittura un tavolino di ferro alla testa, dopo tre giorni di cure in ospedale è riuscito a tornare a casa.