“Credo sia necessario, anche per l’accesso del pubblico alle competizioni sportive, trovare un punto di equilibrio e non fare una figuraccia come è stata fatta per le discoteche. In questo momento con l’aumento dei contagi non si può pensare a riempire, come se nulla fosse, stadi ed altri impianti sportivi. Ma trovo sbagliato continuare a procedere a porte chiuse. Due eccessi. Esiste, invece, una via di mezzo, quella che può garantire tutela della salute e rispetto delle regole con la ripresa della vita ordinaria.
È come rinunciare al teatro, ai concerti, alle attività sociali che invece hanno ripreso, pur tra tante difficoltà.
Questa estate a #Napoli le iniziative culturali sono state un successo e si è riusciti a garantire il diritto alla salute con il diritto a riprendere a vivere e lavorare.
In uno #stadio o in un altro impianto sportivo con la presenza di un terzo degli spettatori, come inizio, si può garantire accesso scaglionato, distanziamento e sicurezza. In questo modo si responsabilizzano i cittadini, i tifosi delle varie discipline sportive.
Tra l’altro in questi luoghi il controllo è più agevole di quanto avviene in alcune zone aperte al pubblico del nostro Paese dove gli assembramenti non mancano. Apriamo, quindi, gli impianti ad un accesso limitato e vinciamo questa altra sfida”.