Crollano due pilastri del chiostro del convento di San Paolo Maggiore, estratti vivi cinque operai

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Crollano due pilastri del chiostro del convento di San Paolo Maggiore, estratti vivi cinque operai
Un boato, poco dopo le 9, nel cuore del centro antico di Napoli, che fa tremare le mura, scatenando paura e angoscia; ma quelli che sono normali ‘vicini di casa’ non ci pensano due volte ad intervenire per dare una mano.

Proprio perché non sono due vicini di casa qualsiasi, ma un caposquadra dei vigili del fuoco ed una volontaria del 118, Rosario e Vittoria. I coniugi abitano in via San Paolo a pochi metri dal luogo del crollo dell’edificio dei Padri Teatini. “Mia moglie era appena rientrata dal turno di notte – racconta Rosario all’ANSA ancora coinvolto dall’emozione – quando abbiamo sentito il boato; siamo subito scesi entrando nel chiostro. Non ci è voluto molto per capire che poteva essere successo di tutto. Non si vedeva nulla c’era polvere dappertutto e non si riusciva ad intervenire. Un operaio agitatissimo vagava nella nube di polvere.

L’ho preso e, quasi strattonandolo, l’ho spinto verso mia moglie che gli ha prestato i primi soccorsi”. Ma sotto le macerie c’era un’altra persona e non c’era tempo da perdere. “Ad un operaio che mi sembrava in condizione di intervenire ho affidato un bobcat, che era lì, per rimuovere le macerie ed io mi sono messo a scavare con le mani”. Poi si sono sentiti i lamenti.

Spiega Rosario: “Davanti a me è comparso, sotto le pietre e tra la polvere, un operaio con gli arti inferiori schiacciati ed il volto sanguinante ma salvo forse anche grazie ad un pezzo di piperno che lo ha protetto per come si è posizionato nel crollo.

Mi è sembrato lucido malgrado le ferite”. L’uomo è stato lentamente estratto dalla macerie e portato in ospedale. “So che è in gravi condizioni e ora spero con tutto il cuore che riesca a cavarsela, lo spero proprio” aggiunge con un filo di voce mentre chiede ai colleghi che sono nella strada delle condizioni dell’uomo.

Quasi si schermisce, dice di no con un sorriso quando gli si chiede il cognome, ma con uno scatto d’orgoglio, quasi a rivendicare l’appartenenza al corpo, ricorda: “Perchè vi meravigliate? Noi siamo così e lo siamo in tutte le parti dove agiamo, in Italia e all’estero”.