Un piccolo trattore che falcia l’erba facendosi largo tra l’ampia vegetazione, che da anni nasconde alla vista delle persone decine di lapidi. A breve distanza, bare sospese nel vuoto che fuoriescono da un edificio sventrato.
A riprova del degrado e dell’abbandono in cui versano alcune aree del cimitero di Napoli, questo lo scenario che questa mattina si presentava ai parenti dei morti, che hanno smesso di riposare in pace lo scorso 5 gennaio quando è venuta la giù la congregazione dei Dottori bianchi, ritornati per protesta sul posto dopo l’ennesimo crollo avvenuto nel pomeriggio di ieri. Due le strutture delle congreghe crollate in dieci mesi, una sola la causa secondo i rappresentanti dell’associazione “5 gennaio”.
Sulla vicenda, questa mattina si è riunito un tavolo in prefettura, sul cui esito ha relazionato l’assessore con delega ai Cimiteri del comune di Napoli, Vincenzo Santagada.