Il Gup Maria Concetta Criscuolo ha rinviato a giudizio con le accuse di crollo e omicidio colposo, Massimo Lafranco, proprietario dell’appartamento nel quale si stavano eseguendo i lavori di ristrutturazione che il 7 luglio provocarono il crollo della palazzina di via Rampa Nunziante a Torre Annunziata. Crollo nel quale persero la vita 8 persone. La tesi dell’accusa è che Lafranco non poteva non sapere che i lavori nell’appartamento al secondo piano, venduto a Gerardo Velotto, avevano comportato danni consistenti per la stabilità dell’intero immobile. Interventi radicali che avrebbero minato la stabilità della palazzina fino a procurarne il cedimento strutturale. Lafranco dovrà sostenere il processo insieme gli altri imputati a partire dal prossimo 6 marzo, davanti al giudice Francesco Todisco. L’uomo è anche già stato rinviato a giudizio con l’accusa di falso. La decisione del giudice è avvenuta nel corso dell’udienza convocata per l’amministratore del condominio, Roberto Cuomo, che aveva chiesto il giudizio immediato. Accolte dal magistrato anche le richieste di costituzione di parte civile dei familiari, dei proprietari dello stabile accanto a quello crollato e del comune di Torre Annunziata. Nella tragedia morì l’intera famiglia Guida, con il padre Pasquale, la moglie Anna Duccio, i figli Salvatore di 8 anni e Francesca di 11. Ma anche la sarta Pina Aprea, di 65 anni, l’architetto Giacomo Cuccurullo, con la moglie Adelaide La Ioia e il figlio Marco.