Il ‘Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni’ lancia dal Sud una sfida per il rilancio delle aree marine protette dove c’è un ‘pescato’ d’eccellenza, che rappresenta una risorsa economica importante e la colonna portante della dieta mediterranea, da nove anni riconosciuta patrimonio immateriale dell’Unesco.
“Siamo di fronte all’Area Protetta più grande d’Italia – ha evidenziato Tommaso Pellegrino, presidente dell’Ente Parco -, che è senza dubbio la più bella e più ricca in termini di biodiversità, paesaggio e natura, particolarmente di pregio. E’ un patrimonio straordinario da difendere per i nostri figli”.
Le Aree Marine Protette di Santa Maria di Castellabate, Costa degli Infreschi e della Masseta sono state per due giorni lo scenario naturale della manifestazione promossa dal ‘Parco’, i cui protagonisti sono stati anche gli studenti del territorio che hanno atteso il rientro dei pescherecci con a bordo il prezioso carico dei loro mari. E proprio dai pescatori hanno svelato ai giovanissimi ospiti i segreti e le tecniche di un mestiere antico.
“I nostri pescatori sono delle vere e proprie sentinelle del territorio – ha precisato Pellegrino -, i principali difensori del nostro mare. I primi a tutelare quella biodiversità marina che rappresenta una vera ricchezza che abbiamo il dovere di tutelare. Un patrimonio legato alla pesca che determina anche un’economia pur preservando rispettando le regole che il Parco con le Aree Marine Protette e la Guardia Costiera mettono in campo per difendere i nostri mari”.
Una piccola pesca quotidiana “a cui siamo profondamente grati, piccola soltanto per le modalità – ha continuato il Presidente del ‘Parco’- la difenderemo contro coloro i quali pensano di venire qui e inserire il nostro pescato nelle multinazionali, non lo consentiremo”.
Sensibilizzare le nuove generazioni alle ricchezze del territorio è l’obiettivo dell’iniziativa. Sono stati coinvolti gli alunni delle scuole che hanno atteso con grande partecipazione, nonostante la pioggia, l’arrivo delle barche dei pescatori con le loro matasse di reti e le casse piene di triglie, scorfani, seppie, polipi e palamite.
Hanno aderito i quattro istituti alberghieri del Parco e gli Chef del territorio che hanno messo a tavola solo ed esclusivamente i prodotti a marchio Parco.
Più di 100 aziende producono oltre 400 prodotti a marchio Parco che rappresentano la territorialità della Dieta Mediterranea.
“Vogliamo parlare ai giovani e per inviare il messaggio del valore che rappresentano l’area marina protetta, il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e il pescato anche in termini nutrizionali- ha rimarcato Pellegrino -, pensiamo al ruolo straordinario nel mantenimento di determinati metabolismi, determinati funzionamenti del nostro organismo oltre a rappresentare dei punti di forza che vanno a potenziare le difese immunitarie e a contrastare le malattie neoplastiche. Il nostro pescato – ha osservato -, rappresenta un significativo valore aggiunto nella Dieta Mediterranea, vogliamo dimostrare che il suo patrimonio ha un impatto straordinariamente positivo sulla salute e intendiamo rispondere a quei ciarlatani che ne mettono in discussione la valenza. Rispondiamo loro con i fatti ma soprattutto con elementi scientifici, non con le chiacchiere, che hanno come unico obiettivo quello di fare profitto e basta.