Nella festa per i 10 anni, caratterizzata nella svolta del “non serve più parlar male degli altri”, il Movimento 5 Stelle rivela la sua anima. A Napoli, con Beppe Grillo e Virginia Raggi attorno ai big del Movimento, tempi duri per i cronisti e per i più duri e puri.
Dal palco Luigi Di Maio detta la linea: “Non restiamo al governo perché costretti ma finché si possono fare le cose con i voti. Quando i voti in Parlamento non ci sono più possiamo anche andare a votare, c’è una legge elettorale operativa. Per carità, la legge elettorale va toccata” dopo la riforma sul taglio dei parlamentari ma non deve essere uno strumento per restare obbligatoriamente al governo”. E aggiunge: “le scissioni sono degli altri, noi andremo avanti altri 10 anni”.
Certo spiegare a quelli del Movimento che hanno sempre visto il Pd come il male assoluto che adesso, pur di governare, si può stare anche con loro senza attaccarli, è difficile. Ma Di Maio ci prova dando una chiave di lettura alternativa. E spostando l’attenzione su altro: “Sul carcere ai grandi evasori vedrete che diranno che vogliamo mandarli tutti in galera. Quando qualcosa non va bene utilizzano sempre lo strumento del terrorizzare: ma se uno ha emesso fatture false per oltre 100mila euro do una multa di 40-50 mila euro lui sta sempre in attivo, se evade per un milione di euro ancora di più. Non si dica che è una misura contro i commercianti: possiamo colpire i grandi evasori con due modi, il primo è la galera il secondo è la confisca”
TENSIONE – Pesante il clima per i giornalisti presenti. In tanti hanno denunciato anche attraverso i propri profili social di avere ricevuto offese e insulti. I sostenitori del Movimento a più riprese hanno impedito che i cronisti svolgessero regolarmente il loro lavoro. Momento di grande tensione si sono avuti quando è sopraggiunta una troupe delle Iene, con Filippo Roma che ha provato a intervistare senza successo Virginia Raggi.