lunedì, Aprile 29, 2024
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Diabete in città, ecco perché si rischia di più

Un terzo delle persone con diabete, con precisione il 36%, vive in una delle 14 città metropolitane italiane

Diabete in città, ecco perché si rischia di più

Hai il diabete? Tutta colpa della vita sedentaria cittadina. In Italia, infatti, un terzo delle persone con diabete, con precisione il 36%, vive in una delle 14 città metropolitane. Cresce il fenomeno del diabete urbano, legato cioè a uno stile di vita cittadino.

Per trovare strategie efficaci a contrastarlo, le società scientifiche di diabetologia e il mondo della politica hanno siglato all’Anci un Protocollo d’intesa per la promozione di campagne di screening di diabete e obesità e per la prevenzione attraverso l’attività fisica.

CAMPAGNA DI SCREENING E OBESITA’ IN COLLABORAZIONE CON L’ANCI

“In Italia, oltre il 30% delle persone con diabete ha uno stile di vita sedentario: un dato preoccupante che necessita di un’inversione di rotta”, dice Riccardo Candido, presidente eletto dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd).

Per questo, afferma Mario Occhiuto, presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, “dobbiamo mettere lo sport al centro dei nostri contesti urbani, sviluppare il modello della Healthy City, intesa come contesto in cui tutti gli elementi ambientali, sociali, economici”.

LA SOLUZIONE E’ FARE PIU’ SPORT ANCHE NEL PROPRIO QUARTIERE

“Dobbiamo agire a partire dai contesti urbani, sportivizzando le città ed agevolando così le persone a svolgere attività fisica”, sottolinea Roberto Pella, vicepresidente Vicario di Anci e presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città.

“Va in questa direzione – aggiunge – la proposta di legge su Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità, che prevede agevolazioni per la realizzazione di impianti sportivi aziendali e la deducibilità delle spese per le attività sportive”.

“L’attività motoria è così importante per la salute che auspichiamo sia presto ricettata come le altre terapie farmacologiche indispensabili”, commenta Angelo Avogaro, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid).

Questo è l’obiettivo di “un ddl che ho presentato – spiega Daniela Sbrollini, presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città – per dare la possibilità a pediatri e medici di inserire le attività sportive in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali. La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate”.

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