Anche il secondo round del contenzioso per la direzione artistica del Teatro San Carlo va al maestro Stephane Lissner. Resta ancora lui, seppur provvisoriamente, nella doppia carica di Sovrintendente e Direttore del Massimo partenopeo. Secondo il Tribunale di Napoli, chiamato ad esprimersi sulla vicenda, il decreto legge che ne ha decretato l’uscita di scena è illegittimo. Ma c’è un ulteriore scoglio da superare, ovvero la Corte Costituzionale, che dovrà porre la parola fine sulla vicenda.
IL PENSIONAMENTO ANTICIPATO DI LISSNER
I fatti risalgono al 26 maggio quando la Fondazione, sulla scorta di un decreto ministeriale ad hoc, “pensionò” anticipatamente Lissner, due anni prima della scadenza del contratto. Nel decreto 51, che riguarda l’organizzazione delle fondazioni lirico-sinfoniche, è stato inserito un articolo nel quale è indicato che “Il sovrintendente cessa in ogni caso dalla carica al compimento del settantesimo anno d’età”. E Lissner era l’unico tra i sovrintendenti italiani che aveva già spento 70 candeline. Al suo posto fu nominato Carlo Fuortes, ex Ad della Rai, ora travolto dalla vicenda.
PER IL TRIBUNALE LA DECISIONE È ILLEGITTIMA
Tornando alla decisione del Tribunale di Napoli, secondo collegio, la cacciata di Lissner è costituzionalmente illegittima. E il decreto legge che l’ha determinata cozza con ben quattro norme della Costituzione.
Sul tema, il sovrintendente ha detto: “Sono quanto mai soddisfatto perché la mia volontà è sempre stata solo quella di poter portare a termine il mio mandato come Sovrintendente e Direttore Artistico a favore del Teatro San Carlo di Napoli. Questa nuova pronuncia – ha aggiunto – mi dà ulteriore serenità nel proseguire nella mia attività, insieme alle Maestranze del Teatro e alle Istituzioni. Rimane l’amarezza rispetto ad una vicenda che ha comunque danneggiato il lavoro e la reputazione del Teatro e che, sin dall’inizio, ho trovato senza una sua logica accettabile”.