E’ in arrivo un’altra mazzata per i campani, che aumenterà la difficoltà per una già fragile e complicata ripartenza economica. Domani, giovedì 15 ottobre termina la sospensione per il pagamento delle imposte dovute a cartelle di pagamento, avvisi di addebito e accertamento. I pagamenti originariamente in scadenza tra l’8 marzo e il 15 ottobre 2020, che hanno beneficiato della sospensione prevista dal “Decreto rilancio” a causa dell’emergenza sanitaria, dovranno ora essere effettuati entro il 30 novembre 2020, è consentito presentare richiesta di rateizzazione secondo le modalità indicate dall’ente. Lo scenario in Campania e nel resto del meridione è devastante.
“La riscossione va ripresa con una ripartenza morbida e progressiva – denunciano Ezio Stellato (Esperto di riscossione tributaria) e Daniele D’Ambrosio (Candidato consigliere all’Ordine dei Commercialisti di Napoli) -, con un’automatica istanza di dilazione che avrebbe avuto decorrenza gennaio 2021. Nel caso di società con cali di fatturato certificabili dai propri commercialisti con dilazioni straordinarie a 120 rate, così da suggellare la compliance tra Ordine dei Commercialisti ed enti per facilitare la collaborazione con l’ADER per la ripartenza dell’economia nazionale in un momento così delicato. Su tutte le notifiche – aggiunge Stellato, che aveva già denunciato lo scenario che va delineandosi in una lettera scritta a luglio e indirizzata a Ernesto Maria Ruffini (Direttore Agenzia delle Entrate) e al premier, Giuseppe Conte – avrei concesso più di 60 giorni canonici per pagare/rateizzare/ricorrere in modo da non creare sindrome da ripartenza”.
Ma cosa accade nel concreto? Per i piani di dilazione già in essere alla data dell’8 marzo 2020 e per i provvedimenti di accoglimento delle richieste presentate fino al 15 ottobre 2020, il “Decreto rilancio” ha previsto che la decadenza del debitore dalle rateizzazioni accordate viene determinata nel caso di mancato pagamento, entro la prossima scadenza, di dieci rate, anche non consecutive, invece delle cinque rate ordinariamente previste. Ciò vale per le ipotesi in cui il debitore, già beneficiario di un piano di rateazione in essere alla data dell’8 marzo 2020 o successivamente ottenuto, avesse difficoltà a corrispondere in un’unica soluzione, entro il 30 novembre 2020, tutte le rate scadute che hanno beneficiato della sospensione. Potrà in tal caso decidere di non pagarne alcune, entro il limite predetto, senza incorrere nella decadenza.
Il 15 ottobre 2020 termina anche la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, lo scorso aprile aveva stimato il numero degli atti da emettere entro il 31 dicembre in 8,5 milioni (il dato aggiornato potrebbe essere intorno ai 9 milioni).
“Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha parlato di una ripartenza graduale – concludono Stellato e D’Ambrosio – ma lo shock della riscossione così va in conflitto con questo piano”.