Due ruggiti di Llorente nel poker che il Napoli ha calato a Lecce

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13 reti (miglior attacco della serie A), 8 cambi rispetto alla gara con il Liverpool. Se si aggiungono i 3 punti di Lecce, questi numeri sono la fotografia del momento del Napoli. I 2 gol di Llorente rappresentano, invece, la testimonianza che lo spagnolo non è venuto da queste parti per scaldare la panchina o per ritirare la pensione. Al contrario vuole un ruolo da protagonista e se lo sta prendendo.

E’ la terza vittoria consecutiva del Napoli, figlia di una vera e propria rivoluzione voluta da Ancelotti che forse ha temuto un calo di tensione dopo la vittoria con il Liverpool e allora ha mandato in campo quelli che la partita l’avevano vista da bordo campo. Ed ha indovinato. Certo nella ripresa qualche sbavatura c’è stata e non si è trattato della gara perfetta, ma sul 3-0 si può perdonare qualche sbavatura alla mediana, che resta l’unico punto dolente di una squadra che sta crescendo in forza, convinzione e personalità.

In tribuna allo stadio di Lecce l’inviato del Barcellona, Erik Abidal, per vedere all’opera Fabian Ruiz. Il mancino spagnolo da un senso al viaggio in Italia dell’ex calciatore francese regalandogli il pezzo forte del repertorio: tiro da fuori area e gol.

Due note a margine per Milik e Insigne. Il primo ha provato a fare gol, agevolando anche la prima rete di Llorente, ma non sembra ancora del tutto restituito alla migliore condizione. Il secondo è forse il più in ombra. Il rigore, sacrosanto anche con le regole vecchie, lo ha sbagliato. Ma lo ha salvato la regola nuova, in cui il portiere non può fare quel movimento e lui è stato bravo a rimanere lucido e a buttarla dentro. Al contrario la gara avrebbe potuto prendere una piega diversa.

E la settimana regala Napoli-Cagliari mercoledì e Napoli-Brescia domenica. Due match in cui Ancelotti si divertirà ancora a rivoluzionare la squadra, statene certi. Perché quest’anno va così, poche certezze, tranne una: l’obiettivo finale è la vittoria del campionato.