La polemica agostana in chiave posillipina, l’inquietudine dei benpensanti relativa al filo spinato collocato su un’inferriata che delimita la proprietà privata di un bel centro relax, agita queste calde giornate.
A dire il vero le agita più “mediaticamente” che praticamente, con quel tono censorio che solo i social sanno avere in circostanze del tutto fuori luogo. Chiariamolo subito: non si tratta di una barriera per impedire l’accesso a un lido o al mare. E’, come spiegato dal titolare Mario Morra, un necessario tentativo di proteggere l’integrità della struttura da numerosi tentativi di irruzione. Eppure, quel filo spinato che ad alcuni disturba la visuale al mare di Posillipo ha creato disagi. Più per il messaggio che porta (in una città dove l’insicurezza è palpabile e in cui la microcriminalità è particolarmente aggressiva), e induce alcuni a questa riflessione.
Nessun intervento per limitare accessi ad aree pubbliche, come verificato anche dagli agenti della Polizia Municipale di Napoli che ieri sono dovuti uscire frettolosamente dagli uffici in cui erano all’erta sotto gli split dell’aria condizionata. L’augurio è che Morra possa togliere quel filo spinato perché qualcosa è cambiato, in termini di sicurezza e di tutela della proprietà privata. Il timore, però, è che resti ancora lì a imperitura memoria.