Fiumi di cocaina per la Napoli bene, blitz nella notte contro i narcos. I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli stanno dando esecuzione a 2 misure cautelari. I provvedimento emessi dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 22 persone. I reati contestati riguardano il traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.
I provvedimenti colpiscono un gruppo di broker internazionali che riforniva clan camorristici di Napoli e provincia. E di conseguenza un sodalizio criminale che gestiva lo spaccio nello storico quartiere Mercato del capoluogo partenopeo. La droga, in particolare cocaina, attraverso pusher a domicilio arrivava nelle zone della Napoli bene.
DUE LE OPERAZIONI
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di 15 indagati emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi e utilizzo di documenti di identità contraffatti.
Le attività di indagine, sviluppate dall’ottobre 2015, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei componenti di un gruppo di narcotrafficanti operante in Campania ed in altre regioni italiane.
Le investigazioni, nel corso delle quali sono stati sequestrati quasi 3 chilogrammi di cocaina e denaro contante, si sono fondate su un vasto compendio di intercettazioni telefoniche ed ambientali di un gruppo di soggetti attraverso i quali è stato possibile allargare il raggio d’azione in ambito internazionale.
Sono stati individuati non meno di 3 canali di approvvigionamento dello stupefacente, che a loro volta risultano riconducibili a narcotrafficanti dell’area napoletana divenuti negli anni figure di prima grandezza nel mercato mondiale dello stupefacente ed attualmente latitanti.
La ricostruzione del metodo di approvvigionamento della droga mostra come, a differenza del passato quando venivano utilizzati prevalentemente soggetti direttamente affiliati, negli ultimi anni i clan camorristici di Napoli e provincia abbiano preferito avvalersi di brokers trasversali che, privi di legami organici con le consorterie locali, operano attraverso numerosi e diversificati canali di approvvigionamento.
Gli arrestati, che sono stati tradotti in carcere in attesa degli interrogatori di garanzia che si terranno nei prossimi giorni, sono ritenuti collegati a network criminali internazionali, a loro volta guidati da soggetti come Imperiale Raffaele, da lungo tempo rifugiatosi negli Emirati Arabi Uniti, e Carbone Bruno.
GLI ARRESTATI IN CARCERE
ABBRUNZO Luigi, nato a Napoli il 21.9.1984
BOSTI ETTORE, nato a Napoli il 9.12.1986
DE CICCO Vincenzo, nato a Napoli il 31.8.1970
LIUZZI Massimo, nato a Giugliano in Campania (NA) il 18.10.1974
MARONO Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli il 26.5.1968
PERROTTA Ferdinando, nato a Napoli il 11.2.1973
RUSSO ANGELO, nato a Napoli il 31.5.1978
SCOGNAMIGLIO Raffaele, nato a Napoli il 7.2.1975
SIMEOLI Marco, nato a Napoli il 27.11.1984
SMIRAGLIA Eugenio, nato a Napoli il 7.9.1964
GLI ARRESTATI AI DOMICILIARI
AMBROSINO Maurizio, nato a Napoli il 26.1.1961
CAROTENUTO Luigi, nato a Napoli il 23.7.1976
CORRAO Salvatore, nato a Napoli 6.11.1986
SCOGNAMIGLIO Giovanni, nato a Napoli il 27.1.1997
TORINO Vincenzo, nato a Napoli il 20.3.1993.
L’OPERAZIONE NELLA PIAZZA DI SPACCIO DEL MERCATO
I Carabinieri della Compagnia Stella hanno dato esecuzione a 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia a carico di altrettanti soggetti.
Gli indagati dovranno rispondere, a vario tiolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione di armi clandestine.
L’indagine ha permesso di far luce su una vera e propria “piazza di spaccio” nel vico Cangiani al Mercato dove trafficava una famiglia in passato vicina al clan dei “Sarno”.
Durante le operazioni sono state sequestrate diverse somme di denaro e l’immobile utilizzato per il traffico di stupefacenti.
Nel corso di perquisizioni effettuate a riscontro dell’indagine è stato constatato che gli indagati avevano adottato ogni possibile accortezza per assicurarsi impunità e garantire continuazione all’attività di spaccio, con l’installazione di una serie di porte blindate ad apertura elettronica che insieme a un sistema di videosorveglianza da remoto rendevano molto difficoltoso l’accesso alle Forze dell’Ordine.
Documentate numerosissime cessioni di cocaina, crack e marijuana che arrivavano costantemente mediante un canale di approvvigionamento collaudato.
I soggetti avevano nella disponibilità un revolver carico che si passavano di mano in mano a seconda delle necessità del momento.
L’arma è stata sequestrata durante una delle perquisizioni.