La crescente diffusione delle truffe assicurative perpetrate da cittadini disonesti coadiuvati da un numero sempre maggiore di periti, consulenti ed organi giurisdizionali compiacenti, ha reso sempre meno agevole la gestione dei sinistri, determinando un conseguente pregiudizio economico, oltre che d’immagine, per l’intera collettività.
E’ di tutta evidenza, difatti, che la poco agevole ed antieconomica liquidazione dei sinistri non leda soltanto gli interessi patrimoniali dell’impresa assicuratrice – considerati l’esorbitante liquidazione del danno, il pagamento degli interessi e delle spese processuali – ma altresì quelli del danneggiato, al quale il sinistro non è liquidato tempestivamente ed, infine, dell’avvocato, la cui dignità professionale è sempre più denigrata.
Complice questo stato attuale di cose, è prioritaria la necessità di individuare le criticità che favoriscono il proliferare delle frodi in danno delle imprese assicurative, in uno alle più opportune iniziative da porre in essere al fine di arginarle e contrastarle, deflazionando il contenzioso e realizzando una più tempestiva ed efficace tutela del danneggiato – soprattutto – nelle trattative stragiudiziali.
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola ha deciso di accettare la sfida.
Tali tematiche, difatti, saranno oggetto del Convegno “Premi, Frodi e contenzioso r.c. auto: novità positive in vista per la collettività?” che avrà luogo martedì 19 novembre 2019, ore 11,00, presso l’Aula Magna Ex Università Parthenope – Piazza Giordano Bruno Nola e che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del Dott. Carmine D’Antonio – Ivass, del Dott. Alfredo Vespaziani – Consap, Dott.ssa Fabiola Cipolloni – Consap, avvocato Francesca Tramontano, avv. Rosa Scandale, avv. Sonia Napolitano, avv. Giuseppe Scarpa, dell’avv.to Riccardo Vizzino, Dott. Antonio Palmese – Medico contrale compagnie assicurative, Responsabile Impresa assicurativa / Ania, Dott. Giovanni Di Lascai – Sindacato SNFIA.
Il Convegno, in particolare, avrà ad oggetto l’analisi della sempre più massiva compromissione, tanto nella fase stragiudiziale quanto in quella giudiziale, del diritto di difesa dell’impresa assicurativa, e fornirà delle concrete soluzioni tese a contrastare la piaga delle truffe assicurative sin dalla fase stragiudiziale, consentendo all’impresa una tempestiva gestione del sinistro.
L’intervento dello scrivente Studio Legale Vizzino, in particolare, porrà agli ascoltatori interrogativi sul ruolo di tutti i principali protagonisti della macchina della Giustizia e proporrà nuove soluzioni volte ad una maggiore interazione in particolare tra Ivass, Consap ed Avvocati.
In estrema sintesi, al fine di arginare le truffe assicurative, è centrale il ruolo dell’avvocato il quale, nella qualità di operatore del diritto deve, lui stesso, in prima analisi, scongiurare l’incardinamento di giudizi palesemente fasulli.
In tal senso, è importante dimostrare al cittadino che nello stesso Foro Giudiziario venga rispettata a pieno la Legge.
A titolo esemplificativo e nell’ottica della corretta tutela dei diritti del cittadino, appare necessario il controllo scrupoloso da parte dei Giudici in ordine all’effettivo jus postulandi degli Avvocati.
Invero, l’esperienza “sul campo” ci dimostra che le truffe assicurative trovino humus presso Studi Legali che di legale non hanno nulla, a volte nemmeno il titolo di Avvocato regolarmente iscritto all’albo.
Di contro, una delle battaglie dello scrivente, riguarda il riconoscimento esclusivo agli Avvocati (od a chi ha ricevuto regolare mandato) del potere di formulare la richiesta stragiudiziale contestando in toto la validità delle messe in mora inviate da (asseriti) periti assicurativi, i quali, sprovvisti di qualsivoglia potere rappresentativo, mettono in moto la macchina della Giustizia senza la minima conoscenza delle basilari norme giuridiche ed al solo scopo di mettere in piedi la possibile frode assicurativa.
Invero, non si può negare che tale inflazione dell’attività stragiudiziale posta in essere di alcuni presunti periti non abilitati, favorisca il problematico controllo in ordine alla genuinità dei sinistri.
Sul punto, si aggiunge che, la definizione della vertenza già nella fase stragiudiziale procura innegabili vantaggi patrimoniali sia per l’assicurato/danneggiato, il quale si vedrebbe risarcire il danno patito in tempi decisamente più immediati, sia per l’impresa assicuratrice, la quale avrebbe, non soltanto la possibilità di liquidare il danno al netto degli interessi legali e delle spese di giudizio, ma anche la possibilità di eseguire il pagamento in misura parziale laddove venisse accertato l’eventuale concorso di soggetti terzi – quali, ad esempio, le strutture ospedaliere – quanto meno nell’aggravamento della patologia.
Tali condizioni, nondimeno, ad oggi non sono presenti e, pertanto, la fase stragiudiziale è sempre più relegata a mera fictio giuridica.
Il motivo è da rinvenirsi nell’artato inoltro di elementi insufficienti e produzioni documentali carenti o poco genuine, favorito dall’errata applicazione del Codice delle Assicurazioni – ed in particolare degli artt. 143, 145 e 148 – da parte di molti Uffici Giudiziari – principalmente Giudici di Pace – i quali, a dispetto dei più recenti e consolidati orientamenti giurisprudenziali (cfr. Cass., sez. III^ Civ., sent. n. 1829/18 e Corte Cost. sent. n. 112 del 2012), stentano a dichiarare l’improponibilità della domanda.
A contribuire alle frodi assicurative concorrono, in particolare, la nomina a CTU di professionisti non sempre scelti tra gli iscritti agli albi dei consulenti e dei periti, cui, solentemente, gli incarichi vengono conferiti secondo un sistema di turnazione che non rispetta le modalità di distribuzione stabilite al fine di garantire la terzietà e l’imparzialità degli stessi, e la produzione di documentazione medica compiacente e/o insufficiente, priva di obiettività, diagnosi e terapie, il più delle volte rilasciata senza la necessaria fatturazione.
Sul punto, appare necessario che i Presidenti dei Tribunali svolgano un attento controllo degli albi dei CTU perché obsoleti e perché costituiti da consulenti privi dei requisiti previsti dalla legge, nell’ottica del pieno rispetto di quanto previsto ex art. 18 delle disposizioni attuative del c.p.c. il quale stabilisce che: “L’albo è permanente. Ogni quattro anni il comitato di cui all’articolo deve provvedere alla revisione dell’albo per eliminare i consulenti per i quali è venuto meno alcuno dei requisiti previsti nell’articolo o è sorto un impedimento a esercitare l’ufficio”.
L’evidenza mostra come le criticità sopra descritte abbiano determinato evidenti scompensi nella corretta gestione della pratica e favorito le truffe assicurative.
Ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione vi è, la frequente produzione di documentazione medica compiacente o incompleta in quanto contenente, il più delle volte, un giudizio diagnostico e prognostico non corroborato da alcun opportuno e dettagliato piano terapeutico.
Quanto innanzi rappresentato evidenzia che, oggi come oggi, è più che mai doveroso attivarsi al fine di debellare, nell’interesse dell’intera collettività, il fenomeno delle frodi in danno alle imprese assicurative.
Tale impegno, orbene, per quanto complesso, di certo non è utopico. Difatti, sono molte le concrete iniziative da poter – e dover – porre in essere a tal fine.
In particolare, come già si accennava, il fenomeno in parola deve essere arginato, in primo luogo, nella fase stragiudiziale. Più precisamente, il primo step fondamentale è quello di porre le imprese assicuratrici nelle condizioni di poter reperire in tempi rapidi una certificazione medica e fiscale autentica e completa, che sia prodromica alla nomina di un medico legale, sì da restituire nuova forza al disposto dell’art. 148 del C. d. A. e tutelare le imprese medesime in caso di mancata liquidazione del danno, effettuando una più verosimile riserva del sinistro ed accantonando a bilancio un più credibile importo a copertura dello stesso.
Efficaci iniziative non mancano neppure in riferimento alla gestione della fase giudiziale.
A ben vedere, oggi, il principale limite per le imprese assicurative convenute in giudizio è la quasi totalizzante assenza di iniziativa. E’ palese, pertanto, che al fine di tutelare le stesse e – attraverso esse – l’intera collettività dalle soventi azioni fraudolenti poste in essere, deve loro riconoscersi una maggiore iniziativa processuale in via preventiva che faccia ricorso, in particolare, all’azione di accertamento negativo del credito ed all’azione di accertamento tecnico preventivo.
L’accoglimento delle descritte proposte – non v’è dubbio – gioverebbe alla gestione della pratica, non soltanto in quanto sicuramente maggiori sarebbero le possibilità di definirla già nella fase stragiudiziale, ma, soprattutto, in ragione della loro efficacia deflattiva del contenzioso, in particolare con riferimento a tutte quelle azioni aventi natura proterva e temeraria.
Tuttavia – si è, del pari, certi – esse non sarebbero sufficienti per risolvere altre, evidenti problematiche causa del malfunzionamento degli uffici giudiziari.
Nulla, pertanto, cambierà fintantoché detti discutibili e districati coacervi di rapporti tra legali – ovvero, come consuetudinariamente accade, soggetti neppure abilitati al patrocinio legale – consulenti e giudicanti compiacenti che, sempre più spesso, si pongono ai limiti della collusione verranno comunemente accettati e, soprattutto, scusati al pari delle manifeste disfunzioni strutturali afferenti un crescente numero di gli uffici giudiziari del tutto sprovvisti di adeguati sistemi di sorveglianza e palesemente irrispettosi delle più basilari norme di sicurezza.
Su tale ultimo punto, onde consentire il regolare svolgimento dell’attività processuale nel pieno rispetto delle norme procedurali, si chiede non solo che gli Uffici Giudiziari vengano costantemente vigilati attraverso l’impiego di guardie giurate ma anche il pieno rispetto del numero minimo di personale di Cancelleria, in modo da rendere meno perniciosa e farraginosa la macchina giudiziaria.
E’ di fondamentale importanza, dunque, affinché possa realmente essere modificata la situazione “stagnante”, che siano proprio i principali protagonisti che si esibiscono sul palcoscenico processuale – avvocati e giudici in primis – a voler migliorare le condizioni, denunciando le evidenti antiscritte disfunzioni, sia strutturali che professionali, in un “Libro Bianco”, le cui evidenze – a cadenza trimestrale – dovranno essere trasmesse alla Procura della Repubblica di Napoli.
La costituzione di banche dati, la possibilità di scambio e incrocio di informazioni, il bisogno di panoramiche statistiche rappresentano, del resto, il fulcro su cui costruire sofisticati strumenti digitali e operativi per contrastare le frodi.
E per continuare, da parte delle compagnie, a tener fede a quel concetto alla base della gestione dell’Rc auto: la mutualità.
Sullo sfondo dei vari cantieri aperti per migliorare la gestione dei sinistri, sembra costantemente regnare quella cartina geografica, conosciuta attraverso la produzione di analisi, cifre e proiezioni, che suddivide le regioni italiane in zone più o meno fraudolente e differenziate da “i costi indecenti delle polizze solo in alcune aree del nostro Paese”.
La soluzione al problema non può che partire dalla capacità di valutare le cause, il peso sociale ed economico, di ingiustificati livelli di incidentalità in quelle stesse aree. Aumentare il livello di comprensione del fenomeno, evitando proclami dannosi per tutti, è il punto di svolta nella questione del caro tariffe.
In tal senso, si osserva che, per risolvere definitivamente la problematica delle frodi in danno delle assicurazioni servono, oltre alle azioni delle compagnie, adeguate norme che favoriscano il monitoraggio delle anomalie legate ai sinistri e il contrasto al proliferare degli attori delle frodi assicurative, tutelando così anche i cittadini virtuosi e l’intera collettività.
Con l’auspicio di contribuire alla trattazione del dibattito sulle frodi assicurative, lo scrivente intende approfondire i suddetti temi nel Convegno “Il Contenzioso e le Frodi Assicurative, un Danno per la Collettività: Dati, Riflessioni e Proposte” che avrà luogo martedì 15 gennaio 2019, ore 11,00, presso la Sala Metafora del Palazzo di Giustizia di Napoli.