«Siamo qui per salutare Giovanni, Matteo, Antonio e Gerardo, morti per l’incuria, la negligenza, la superficialità, la burocrazia: questa è violenza contro le persone, contro la umanità». Sono parole dure quelle pronunciate all’inizio della sua omelia dal cardinale Crescenzio Sepe nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco.
Nella chiesa gremita fino all’orlo esplode l’applauso a cui si è unito quello delle persone all’esterno in piazza. Almeno in duemila non hanno trovato posto in chiesta scegliendo comunque di partecipare ascoltando la cerimonia funebre dagli altoparlanti sistemati sul sagrato.
Ai piedi dell’altare le bare di Matteo Bertonati, Giovanni Battiloro, Gerardo Esposito e Antonio Stanzione: giovani vite spezzate il 14 agosto lungo il ponte Morandi di Genova. Poi la messa, in un dolore tanto forte quanto dignitoso, silenzioso, carico di rispetto.
Una grande famiglia che si è stretta intorno ai parenti delle vittime, raggiunte anche da chi era in vacanza all’estero. Centinaia i giovani amici e i colleghi di Matteo, Gerardo, Antonio e giovanni, per l’ultimo saluto. All’uscita delle quattro bare dalla chiesa un nugolo di palloncini bianchi sono saliti al cielo sulle note di «Knockin’ on heaven’s doors» di Bob Dylan.