Diventa un caso nazionale e offre lo spunto al Governo per intervenire sulla questione, il licenziamento in tronco dei 6 custodi assenteisti della Reggia di Caserta, avvenuto qualche giorno fa. Il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Buongiorno, ha sostenuto che “è indispensabile che nella lotta all’assenteismo si vada avanti senza se e senza ma colpendo non solo i dipendenti che si assentano ma anche chi avrebbe dovuto controllare e non lo ha fatto. L’assenteismo è un doppio tradimento: si tradisce la collettività e si tradiscono i dipendenti che con sacrificio, attenzione, correttezza, diligenza fanno il proprio dovere”.
I fatti risalgono alla fine di luglio. Raffaele Narciso, Benedetto Petriccione, Giovanni Maiale, Leonisio Ammirati, Francesco Martone e Giovanni Antonio Di Sarno, incapparono in un’indagine sull’assenteismo che partì per tutt’altro motivo. L’avviso di conclusione indagini, la notifica e in attesa dell’eventuale richiesta di giudizio da parte della magistratura, il Ministero non ha atteso l’eventuale processo e ha licenziato i custodi assenteisti della Reggia di Caserta dopo averli convocati a Roma lo scorso 25 luglio. Applicata alla lettera la legge Madia, il Mibact, che consente di concludere il rapporto lavorativo prima del giudizio, e licenzia i dipendenti addetti alla vigilanza del real monumento vanvitelliano accusati di truffa aggravata e continuata e falso nelle attestazioni di presenza in servizio per essersi allontanati dal luogo di lavoro dopo aver timbrato il badge.
Sulla questione, il ministro Bongiorno ha aggiunto: “”Bisogna distinguere tra l’assenteismo occasionale e quello cronico. Se l’assenteismo è cronico e dura mesi e anche anni, non è possibile che i responsabili non abbiano notato nulla. Se in alcuni uffici pubblici i dipendenti lavorano senza motivazione è anche perché talvolta devono lavorare per chi si assenta ingiustificatamente. Chi fa il proprio dovere spesso è costretto a farlo con un senso di frustrazione”.