Giornalisti minacciati, Mauri (Pd): “Anche la politica deve recuperare il rispetto”

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L’emergenza legata alle minacce ai giornalisti in Campania induce il viceministro dell’Interno Matteo Mauri (Pd) ad ammettere: “La politica deve recuperare un senso di rispetto nei confronti della categoria dei giornalisti”. E’ proprio la continua delegittimazione, che parte dagli esponenti della politica 2.0, quella fatta di disintermediazione, uso disinvolto dei social, a contribuire alla marginalizzazione del ruolo dei giornalisti. Una condizione pericolosa per chi deve fare dell’autorevolezza e dell’indipendenza le caratteristiche fondamentali del il proprio lavoro. Una delegittimazione che porta i giornalisti italiani ad essere identificati come veri e proprio bersagli. A cui manca qualunque tipo di protezione, sostegno e che, al contrario, rischiano di diventare l’anello debole del tritacarne mediatico della società dei consumi. Se dalla politca viene una autocritica così forte, decisiva, che può e deve esterndersi all’azione legislativa, un briciolo di luce in fondo al tunnel siamo autorizzati a vederla.
Le parole di Mauri, a margine dell’incontro organizzato nella sede del Sugc di Napoli, alla presenza del Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Beppe Giulietti, del segretario e del presidente del sindacato unitario dei giornalisti campani, Gerardo Ausiello e Claudio Silvestri, sono accolte con soddisfazione dai cronisti presenti.
Mauri che in mattinata si è recato in Prefettura a Caserta e nella sede del Mattino, ha proseguito i suoi incontri in Prefettura a Napoli prima di concludere nella sede del Sindacato a Cappella Vecchia. Ha ascoltato le esperienze sul campo di tantissimi giornalisti minacciati. Ed ha accolto l’idea-proposta di inasprire le pene per chi colpisce un giornalista. Ma ha anche preso l’impegno di agire nei confronti delle cosiddette “querele bavaglio” utilizzate da alcuni per impedire ai giornalisti di fare il loro dovere.