I 90 anni del maestro Roberto De Simone, che compirà domani 25 agosto, saranno celebrati dal Teatro San Carlo di Napoli. Un omaggio in programma in autunno con una serata speciale.
In una nota diffusa dal massimo partenopeo, il sovrintendente Carlo Fuortes spiega che “Il Teatro di San Carlo è orgoglioso di celebrare la lunga e fruttuosa collaborazione di oltre quarant’anni con il maestro De Simone, il cui talento e dedizione hanno contribuito ad aprire nuove direzioni musicali con proposte artistiche innovative che hanno fatto scoprire al mondo capolavori napoletani del Settecento e primo Ottocento”.
Il teatro di San Carlo, “a nome di tutto il nostro staff e degli appassionati di arte e cultura, esprime la più sincera gratitudine a Roberto De Simone per il suo straordinario contributo all’affermazione di Napoli nel mondo e gli augura un felice e memorabile 90º compleanno”.
DE SIMONE, I SUOI CELEBRI ALLESTIMENTI
Nato a Napoli nel 1933, De Simone ha dedicato la sua vita allo studio dell’espressività popolare della Campania, lasciando un segno indelebile nel mondo della cultura e delle arti. La sua profonda comprensione delle tradizioni locali è stata evidente documentata in opere fondamentali, come il volume Carnevale si chiama Vincenzo (scritto in collaborazione con Annabella Rossi, 1977), che ha esplorato in maniera innovativa le festività regionali popolari della Campania in modo incisivo e poi con la creazione e direzione da 1967 del celebre gruppo di folk revival Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Tra le opere degne di menzione, il celebre allestimento del 1982 del Flaminio di Pergolesi, che ha girato il mondo, ad opere dello stesso Pergolesi, di Cimarosa, Tritto, Paisiello, Fioravanti, Rossini, i fratelli Ricci e Donizetti. Direttore artistico del San Carlo dal 1981 al 1987, anche nei decenni successivi, fino al 2015, De Simone ha realizzato al San Carlo numerose regie d’opera che hanno affascinato il pubblico e hanno rappresentato un capolavoro di integrazione tra l’arte teatrale e la ricchezza delle tradizioni culturali campane, grazie ad un continuo dialogo tra la filologia e la performance popolare vivente.