Il Napoli e Osimhen affondano il Verona al Bentegodi (2-1). Spalletti torna al 4-3-3 e lascia in panchina Insigne e Zielinsky, trovando la giusta quadratura del centrocampo. Con Anguissa, Lobotka e Fabian Ruiz, il Napoli imbriglia e doma il Verona, colpendolo due volte con l’attaccante nigeriano. Lo striscione dei tifosi del Verona con le coordinate di Napoli rivolte alla Russia e all’Ucraina diventa un caso politico.
SPALLETTI ELOGIA OSIMHEN
A fine partita l’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, appare soddisfatto: “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, è normale che ci sono anche gli avversari. Abbiamo considerato tutto quello che passava, il Verona ha fatto parlare di sé, hanno corsa e tecnica. Oggi dobbiamo fare i complimenti ai miei ragazzi, ci hanno messo qualcosa in più delle caratteristiche normali. Mi aspetto che questa reazione che hanno avuto oggi ce l’abbiamo sempre”. E sul suo Napoli che con Osimhen affonda il Verona è stato chiaro: “Con la doppietta spacca in due la partita, ma poi mette anche altre cose per la squadra. È stato devastante per i gol ma è un calciatore top che diventerà super top nei prossimi mesi se saprà gestire meglio alcune situazioni”.
LE REAZIONI PER LO STRISCIONE VERGOGNOSO
Un gesto che ha sollevato reazioni unanimi di condanna, definito “vergognoso e ripugnante” dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “grave e ingiustificabile” dal leader della Lega, Matteo Salvini, respinto con forza dall’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, e anche dal club gialloblù. Il sindaco scaligero, Federico Sboarina (Fdi), si limita ad ammonire a non ironizzare sulla guerra: “Lo striscione esposto non ha il sapore della goliardia perché tira in ballo una tragedia su cui non si può scherzare”. Tra i primi, e i più acuti, a commentare, lo scrittore Maurizio De Giovanni, che su Fb ha sottolineato “il raffinato, intelligente e geografico striscione della curva veronese, che dà ai missili russo ucraini la localizzazione dell’obiettivo. Per chi non lo sapesse, sono le coordinate della mia città. Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista. Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub) umana, e come, in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie”, conclude De Giovanni.