Con la campagna “Illuminiamo il Futuro” nasce il rapporto “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” dal quale emerge che i quindicenni che vivono in famiglie disagiate hanno quasi 5 volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie più benestanti (24% contro 5%).
Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della classifica della povertà educativa in Italia, secondo il nuovo indice di povertà educativa (IPE) elaborato dall’Organizzazione. Regioni in cui bambini e i ragazzi sono maggiormente privati delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie capacità, nonchè della possibilità di sviluppare percorsi di resilienza necessari per superare ostacoli e condizioni di svantaggio iniziali. A fare da contraltare, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna che si segnalano invece come le aree che offrono maggiori opportunità educative per i minori.
Come favorire la loro resilienza? I fattori che aiutano i ragazzi ad emanciparsi dalle situazioni di disagio sociale ed economico sono l’aver frequentato un asilo nido (+39% di probabilità), una scuola ricca di attività extracurriculari (+127%), dotata di infrastrutture adeguate (+167%) o caratterizzata da relazioni positive tra insegnanti e studenti (+100%).
Di contro, per i minori le probabilità di sviluppare percorsi di resilienza si riducono tra il 30% e il 70% se vivono in contesti segnati da alti tassi di criminalità minorile e dispersione scolastica e di quasi due volte se risiedono in aree dove la disoccupazione giovanile è più alta della media nazionale.
E’ dunque fondamentale investire su questi aspetti per fronteggiare la drammatica condizione di povertà educativa che colpisce i minori in Italia.