Inchiesta Covid per gestione dei tamponi, indagato Antonio Limone

Il presidente dell'iIstituto Zooprofilattico di Portici costretto a rientrare dalle vacanze e a consgenare il cellulare agli inquirenti

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Emergenza Covid, c’è un’altra inchiesta aperta dalla Procura della repubblica di Napoli. A  finire tra gli indagati il presidente dell’istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, raggiunto da un decreto di perquisizione e costretto a rientrare frettolosamente dalle vacanze. Con lui anche il consulente dell’istituto, Pellegrino Cerino e il direttore sanitario nonché patron del centro Ames di Casalnuovo, Antonio Fico. Turbativa d’asta anche in questo caso l’ipotesi dei pm Simone De Roxas e Maria di Mauro e riguardano l’affidamento da parte di Soresa del coordinamento del piano campano di screening all’istituto porticese. Nel mirino dei pm anche la circostanza che Ames abbia messo a disposizione gratuitamente i locali per ospitare i professionisti dell’istituto impegnati a processare i tamponi. Vicenda sulla quale il quotidiano la repubblica aveva pubblicato un’articolata inchiesta.

Prosegue anche il filone sulla gara lampo gestita da Soresa e relativa alla realizzazione dei reparti Covid a Napoli, Salerno e Caserta. Nel quadro dell’inchiesta per turbativa d’asta che ha preso le mosse anche dai cinque esposti dell’ex parlamentare di an, Marcello Taglialatela, ci sono tre indagati: il presidente di Soresa (la Società Regionale per la sanità) Corrado Cuccurullo e il consigliere regionale, Luca Cascone già assessore comunale a Salerno e oggi membro della maggioranza in Regione e il dirigente della asl Napoli 1, Ciro Verdoliva. L’inchiesta condotta dalla pm, Mariella Di Mauro, punta a disvelare gli elementi cardine della gara che ha portato alla vittoria di una ditta di Padova che in tempi record realizzò e consegnò le strutture.