Il pareggio di Genk, buono per la classifica nel girone di Champions e nient’altro, evidenzia ancora le difficoltà di Ancelotti di trovare la quadratura del Napoli. Le sue scelte, Insigne in tribuna con conseguente polverone polemico e Mertens in panchina nonostante il belga tenesse particolarmente a essere della partita, non convincono. Non convince la mancanza di equilibrio della squadra che non trova nei centrocampisti in rosa il playmaker di cui avrebbe bisogno. Lascia perplessi la condizione di Milik, svagano e poco pericoloso, preferito però a tutti per guidare l’attacco nella gara di ieri sera. E appare addirittura sconcertante l’utilizzo di Lozano come seconda punta atteso che il messicano rende al meglio da esterno e con spazi nei quali potersi lanciare. Con il Genk il Napoli poteva realizzare almeno due gol nel primo tempo ma, nella ripresa, si è perso. Considerata la differenza di caratura tecnica appare inaccettabile. Oggi, alla ripresa degli allenamenti, Insigne era regolarmente sul prato. Sarà stato brillante? Lo apprenderemo domenica alle 18 quando il Napoli scenderà in campo a Torino. Al cospetto di Mazzarri che lo chiamava “il ragazzino” e che viene da una sconfitta bruciante. Tocca al capitano azzurro tenere a bada l’esuberanza dei fratelli e provare a prendersi la squadra sulle spalle. Ammesso che Ancelotti glielo consenta e che creda fino in fondo in questo calciatore. Che quest’estate il suo procuratore ha provato a proporre a mezz’Europa, facendogli probabilmente credere qualcosa di sbagliato.