La devozione al Volto Santo di Gesù a Napoli è nata grazie alle opere della serva di Dio Florinda Romano, madre Flora, vedova del commendator Ernesto De Santis.
A 50 anni dalla sua morte la Chiesa partenopea ricorda la sua figura e la fondazione della Casa del Volto Santo, il santuario che si trova nel quartiere dove morì nel 1969, a Capodimonte, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe.
Florinda Romano, nacque nel 1889 nel borgo di Sant’Antonio Abate, seconda di quattro figlie, dovette far presto fronte alla povertà della famiglia in un periodo in cui la guerra incalzava, e si adoperò lavorando prima in un lanificio e poi come guantaia.
Nel 1918 incontrò il commendator Ernesto De Santis. Entrambi si ritrovarono affiatati per devozione e amore nella propria fede cristiana.
Un giorno il marito le portò l’immagine del Volto Santo ritagliato dalla rivista cattolica “Crociata Missionaria” e lo incorniciò. Il 10 febbraio del 1932, un Mercoledì delle Ceneri, mentre Florinda era in casa a pregare e all’età di 33 anni, si sentì improvvisamente chiamare: si girò e le sembrò che l’immaginetta del Volto Santo parlasse e udì: “Flora, guarda questo Volto, tanto offeso ed ingiuriato. Amalo e fallo amare.”
Da quel giorno la sua fede si intensificò. Rinunciò ai beni terreni e si prodigò distribuendo largamente e gratuitamente copie dell’immaginetta.
Madre Flora si dedicò poi alla costruzione della Casa del Volto Santo. Per questo progetto fu comprata apposta una villa sulla collina di Capodimonte e qui si potè celebrare l’Eucaristia nelle domeniche e nei giorni festivi. In una stanzetta vicina alla cappella, invece, riceveva i numerosi fedeli che venivano a farle visita.