Ludopatia, i gestori dei giochi chiedono un incontro al premier Conte

Agcai: “Un impegno concreto del Governo per aiutare le famiglie dei ludopatici”. Giovedì 12 dicembre alle 14,30 manifestazione pubblica a piazza Montecitorio per evitare 150mila licenziamenti causati dai nuovi provvedimenti inseriti nella Finanziaria 2020

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ROMA – I gestori italiani dei giochi e degli apparecchi da intrattenimento chiedono un incontro urgente al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per bloccare le norme inserire nella prossima Legge di Bilancio e consegnare un dossier dettagliato sul settore con proposte concrete con per  aiutare le tantissime famiglie di chi è affetto da ‘ludopatia’ e ‘azzardopatia’.

“Riteniamo scandaloso ed inaccettabile – afferma Benedetto Palese, presidente dell’Agcai (Associazione gestori e costruttori apparecchi di intrattenimento) – che in Italia ci sia un’offerta spregiudicata di ‘gioco d’azzardo’, favorendo multinazionali spietate che non si curano degli interessi sociali ma esclusivamente dei loro giganteschi introiti economici.

La lotta all’azzardo e alla ludopatia non può prescindere dal ridurre la pericolosità delle videolottery, oltre al loro numero per punto vendita.

Nella ‘Legge di Bilancio 2020’ è stato inserito un bando per il rinnovo delle concessioni che risulta fortemente influenzato dalle multinazionali del ‘gioco d’azzardo’.

Le nuove norme, di fatto, consentiranno l’aumento del numero di Videolottery, l’apertura di ulteriori ‘mini-casinò’ con l’espulsione dal mercato dei piccoli gestori che rappresentano oltre 5000 aziende in Italia che assicurano livelli occupazionale a 150mila persone.

Ma analizziamo nel dettaglio le proposte: con il bando “sbarcheranno sul mercato altre 1000 Videolottery, con il rinnovo, per altri 9 anni, delle 57.000 Vlt già installate. Il numero quindi non viene ridotto ma vengono addirittura aperti nuovi Mini-Casinò.

Il numero di Videolottery viene aumentato quando per legge nel 2009 sono state autorizzate nel limite di 1 ogni 14 slot da bar, vista la loro eccessiva pericolosità. Quindi, vista la riduzione avvenuta ultimamente del 35% di slot da bar, si sarebbero dovute per logica ridurre anche il 35% delle Videolottery.

Siccome le slot da bar previste nel bando sono massimo 250.000, le Videolottery sarebbero dovute essere al massimo 35.000, e quindi con riduzione anche dei Mini-Casinò. In tal modo si verrebbe incontro anche alle istanze dei Comuni e delle Regioni che giustamente tendono a puntare il dito contro Mini-Casinò riconoscendoli come i  punti in cui i malati di gioco d’azzardo patologico si sviluppano maggiormente, con la grande preoccupazione anche delle associazioni no slot come “Mettiamoci in gioco”, che bene ormai conoscono la pericolosità delle Vlt.

Una norma ragionevole non dovrebbe aumentare il numero di tali apparecchi, anzi andrebbero urgentemente ridotte o eliminate dal territorio nazionale, così come ha recentemente affermato il sottosegretario Villarosa, che ha promesso la riduzione e poi l’eliminazione. Ricordiamo che le Videolottery sono vietate in tutta Europa.

Lo stravolgimento del bando per il rinnovo delle concessioni che permette alle multinazionali di accaparrarsi tutto il mercato.

Mentre nel 2004 le concessioni erano per la gestione della rete telematica, alla quale tutti i gestori potevano collegare i loro apparecchi dopo aver scelto uno dei concessionari della rete telematica richiedendo attraverso di loro il nulla osta ai Monopoli, pagando una somma di 200 euro per il nulla osta.

Adesso il bando prevede la messa all’asta di 250.000 diritti con la probabile conseguenza che tutti i diritti verranno acquistati dalle potenti multinazionali estere.  Chiuderanno così tutte le imprese ‘made in italy’ e gli italiani giocheranno su Slot prodotte e gestite dalle multinazionali dell’azzardo straniere. Spariranno quindi tutte le aziende di produzione e di gestione italiane e tutti gli introiti finiranno all’estero, con una notevole perdita di posti di lavoro.

Viene mantenuta una tassazione a favore delle multinazionali che producono e gestiscono le Videolottery.

Le Vlt godono di una tassazione inferiore rispetto alle slot da bar pur essendo apparecchi che generano mediamente un utile 7 volte maggiore rispetto a ciascuna Slot da Bar. Infatti, come evidenziato anche dal giornale “l’Avvenire”, i giochi più sono d’azzardo e meno sono tassati.

Rendere perlomeno paritaria, se non progressiva, la tassazione tra i due comparti vorrebbe dire aumentare le entrate erariali per lo stato, un ammontare che ora rimane inspiegabilmente nelle casse delle multinazionali. Nell’ultima bozza il PREU per le Videolottery è fissato all’8,5% (che equivale al 50% sull’utile), mentre il PREU sulle Slot da bar salirà al 23,85% (che equivale al 68% sull’utile).

La sostituzione degli attuali apparecchi con dispositivi da remoto costruiti e gestiti dalle multinazionali.

Con l’emissione di 250.000 diritti per gli apparecchi AWP/R che verranno messi all’asta, con molta probabilità le multinazionali, forti del potere economico, si accaparreranno anche tutti questi apparecchi.

Pertanto, i futuri apparecchi AWP/R verranno dati in mano alle multinazionali che con l’influenza che hanno dimostrato di avere sui vari legislatori, finiranno per rendere questi apparecchi anch’essi pericolosi come le Videolottery, introducendo logaritmi di gioco presenti nei migliori casinò.

Occorre porre un freno a questo scandaloso strapotere delle multinazionali dell’azzardo e dei gravissimi effetti distruttivi sulla situazione economica e sociale delle famiglie italiane.

Per questi motivi giovedì 12 dicembre alle 14,30 si terrà una manifestazione pubblica a piazza Montecitorio promossa da Agcai, Cni e AGGE Sardegna.