Un flash mob per contestare la richiesta della Procura di Roma di archiviare il fascicolo sulla morte di Mario Paciolla, il giornalista cooperante internazionale trovato impiccato con un lenzuolo in Colombia, paese in cui si era trasferito per due anni per partecipare come volontario ad un progetto per i diritti umani delle Nazioni unite.
LE PROVE FINITE IN DISCARICA
Per i magistrati quindi, l’impiccagione il 25 luglio del 2020, è stato un gesto volontario. Ma al suicidio non credono i genitori di Mario, così come non ci credono i rappresentanti dei giornalisti, della politica e della società civile che ieri hanno dato vita a una protesta davanti la sede napoletana del sindacato giornalisti della Campania per chiedere giustizia per Mario Paciolla. In testa i genitori dell’attivista, Pino Paciolla e Anna Motta.
LA RETE A SOSTEGNO DEI FAMILIARI
A fare da scorta mediatica ai familiari di Paciolla, la Federazione Nazionale della Stampa, presieduta da Beppe Giulietti, il sindacato dei Giornalisti della Campania, con il segretario Claudio Silvestri e l’associazione articolo 21, portavoce Desirèe Klain.
Presente anche l’ex sindaco di Napoli, de Magistris.